Famiglia nel bosco, i tutori: «Continui l’osservazione in comunità»

6 Dicembre 2025

Il parere negativo degli amministratori dei bimbi alla revoca dell’allontanamento dai genitori espresso durante l'udienza all'Aquila 

PALMOLI. C’è un tempo per la legge e un tempo per gli affetti, e a volte questi due orologi faticano a sincronizzarsi. Per i tre bambini del bosco di Palmoli, il momento del ritorno a casa sembra allontanarsi ancora un po’, sospeso in una zona grigia fatta di cautele e valutazioni tecniche. L’indizio che attenua le speranze di un ricongiungimento immediato arriva dalle figure chiamate a rappresentare i loro interessi: la tutrice Maria Luisa Palladino e la curatrice speciale Marika Bolognese. Nel corso dell’udienza che si è tenuta due giorni fa davanti al tribunale per i minorenni dell’Aquila, le due avvocatesse hanno espresso parere negativo rispetto alla richiesta di revoca del provvedimento di allontanamento.

Non si tratta di una bocciatura definitiva, né di una condanna senza appello dello stile di vita scelto dai genitori, Nathan Trevallion e Catherine Birmingham. Il periodo di “osservazione” trascorso dall’ingresso dei minori nella struttura protetta di Vasto, appena una settimana, è stato giudicato ancora insufficiente per poter dire con certezza che le criticità siano superate. Troppo poco tempo per valutare le dinamiche, troppo presto per modificare un’ordinanza, quella dello scorso 20 novembre, che ha disposto il collocamento in comunità e la sospensione della responsabilità genitoriale.

Il parere delle curatrici, pur non essendo vincolante per il collegio presieduto da Cecilia Angrisano con il giudice relatore Roberto Ferrari, ha comunque un suo peso specifico. Al momento, il tribunale non ha ancora sciolto la riserva. Il silenzio dei magistrati, unito alla complessità dei meccanismi della giustizia minorile che si muove sempre con grande cautela, lascia intendere che il rientro di Nathan e Catherine nella pienezza del loro ruolo non sia un automatismo scontato, né tantomeno immediato.

Eppure, lo scenario è mutato profondamente rispetto ai giorni concitati dell’allontanamento. È caduto quel muro di diffidenza che aveva caratterizzato i mesi precedenti, quando gli assistenti sociali lamentavano l’impossibilità di vedere i bambini, al punto da dover richiedere l’intervento dei carabinieri per accedere alla proprietà. Oggi quel clima di scontro ha lasciato il posto a un percorso di totale collaborazione. La difesa della coppia anglo-australiana, rappresentata dagli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, sta lavorando in sintonia con le istituzioni per sciogliere uno a uno i nodi che hanno portato alla separazione.

Uno dei punti cardine resta quello della socialità, l’isolamento dei bambini dal mondo esterno che tanto aveva allarmato i giudici. Qui entra in gioco la comunità di Palmoli, che tende una mano alla famiglia del bosco. Il sindaco Giuseppe Masciulli ha formalizzato una doppia disponibilità che potrebbe rivelarsi preziosa: da un lato, il Comune è pronto a mettere a disposizione insegnanti per lezioni individuali, garantendo quel supporto didattico che si affiancherebbe all’apprendimento parentale; dall’altro, c’è la volontà di coinvolgere i tre fratelli in attività ludico-ricreative sul territorio, creando quelle occasioni di incontro con i coetanei che finora sono mancate. L’altro grande ostacolo, quello della casa, si sta trasformando in un progetto concreto, anche se complesso.

Dopo che Nathan ha accettato di trasferirsi nell'immobile offerto dal ristoratore Armando Carusi, una soluzione ponte dotata di tutti i comfort, ma immersa nella natura, si guarda al futuro della vecchia proprietà. È in fase di definizione il progetto per rendere la casa del bosco conforme alle prescrizioni igienico-sanitarie e strutturali. Palmoli ricade in zona sismica di seconda categoria, un vincolo che impone rigore assoluto: bisognerà sviluppare tutti i calcoli statici e strutturali e depositarli al Genio civile prima di muovere un solo mattone. Anche per il nuovo bagno interno, che sarà dotato di un impianto di fitodepurazione in linea con la filosofia ecologica della famiglia, servirà l’autorizzazione della Provincia. Un iter burocratico che ha i suoi tempi e che non prevede scorciatoie.

In questa vicenda che ha avuto risonanza anche all’estero, spunta un interessamento diplomatico. Martedì il console australiano in Italia visiterà la struttura protetta di Vasto. Lì, in quel luogo che al momento è la loro casa, Catherine vive al piano superiore rispetto ai figli, vicina eppure distante: li può incontrare solo al momento dei pasti. Tutto resta sospeso, in attesa di un segnale. L’udienza davanti alla Corte d’appello è fissata per il 16 dicembre: una data che rimane cerchiata in rosso sul calendario, l’ancora di salvezza a cui aggrapparsi se il tribunale per i minorenni dovesse confermare il provvedimento. Se invece, contro le previsioni più prudenti, dovesse arrivare prima la revoca, gli avvocati sarebbero pronti a rinunciare immediatamente al reclamo.

Dopo gli attacchi della politica e gli insulti social alla presidente Angrisano, ieri la Giunta distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati ha espresso «soddisfazione per l’assemblea dello scorso 3 dicembre», sottolineando in una nota la vicinanza di tutti i magistrati italiani ai colleghi destinatari di una campagna mediatica offensiva e delegittimante: «Siamo sempre al fianco dei magistrati impegnati nel lavoro, nel rispetto della legge e a tutela dei cittadini».

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