Febo: nessun atto contro il dissesto

Le opposizioni attaccano: il rapporto ministeriale è già alla Corte dei conti

CHIETI. Il Comune di Chieti rischia il tracollo finanziario, ma la maggioranza prosegue senza respiro la polemica con il centrosinistra su chi debba farsi carico delle responsabilità del pre-dissesto conclamato da un'ispezione della Ragioneria dello Stato. Sono passati circa quattro mesi da quando il rapporto è stato depositato (31 ottobre 2011). Eppure, non una sola parola è stata spesa sul come l'amministrazione di centrodestra potrà evitare la bancarotta finanziaria e politica.

Ha cominciato nei giorni scorsi il sindaco, Umberto Di Primio, ha continuato il coordinatore del Pdl, Mauro Febbo. Non una proposta, non un provvedimento per evitare che il Comune si ritrovi, nel giro di vent'anni (l'ultima volta è accaduto nel 1994), a dichiarare la condizione di insolvibilità. Condizione, che è bene ricordarlo, costringerebbe i teatini a pagare i tributi più alti, rinunciare a servizi importanti e insomma ad affrontare l'ennesima cura da cavallo in un contesto di pesantissima pressione fiscale aggravato dalla crisi finanziaria ed economica generale.

Così Febbo raccomanda a Di Primio di inviare la relazione alla Corte dei conti, senza dire che il rapporto è stato da tempo recapitato dagli stessi ispettori alla magistratura contabile, proprio per accertare responsabilità e importi dei danni eventualmente in capo ad amministratori che si sono succeduti alla guida della gestione finanziaria dell'ente. Ci sono poi le omissioni.

A cominciare da un preciso rilievo mosso dagli ispettori sul bilancio di previsione 2011 approvato dalla giunta Di Primio. «Gli ispettori», commenta Luigi Febo, della lista Chieti per Chieti, «hanno fotografato la situazione finanziaria del Comune in modo imparziale e restano in attesa di conoscere quali siano le iniziative intraprese dall'amministrazione per sanare le situazioni emerse. L'unica soluzione applicata dal sindaco e dai suoi referenti politici, seguendo un copione che si ripete dal giorno del loro insediamento in modo a dir poco infantile, è quella di dare la colpa agli altri».

Stupisce che un amministratore di lungo corso, non certo un volto nuovo della politica, qual è Di Primio, possa cavarsela accusando chi lo ha preceduto, quindi di ritenersi in qualche modo estraneo alle vicende amministrative della città. «Dal 1993 Di Primio è sulla scena politica teatina», annota il segretario del Pd, Enrico Iacobitti, «avendo coperto ruoli amministrativi importanti, da quello di vice-sindaco a presidente del Consiglio comunale, senza contare che nella sua maggioranza di centrodestra e nella sua giunta ci sono esponenti politici che hanno fatto parte della coalizione di centrosinistra. Il vero senso di responsabilità sta nel prevenire i problemi o assumersi, a seconda del ruolo, il compito di una soluzione».

Il consigliere Febo, ex assessore ai lavori pubblici della giunta Ricci, ricorda che fu proprio durante i lavori del consiglio comunale, quando la maggioranza di centrodestra approvò il bilancio di previsione 2011, che i gruppi d'opposizione presentarono «una pregiudiziale, identica per contenuto, a quanto richiamato della relazione ministeriale. Oggi, a distanza di un anno, ci accusano di irresponsabilità e addebitano le colpe al passato fuggendo dal loro ruolo. Chi sono i veri irresponsabili e populisti? Perché gli esponenti della destra come Febbo accusano sul piano personale, poi ripiegano in ritirata strategica appellandosi all'altrui senso di responsabilità?».

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