Filippone, la bonifica non basta: discarica a cielo aperto tra i topi

16 Novembre 2025

Il Comune taglia il canneto e l’erba alta delle “case parcheggio”, ma continua la denuncia dei residenti: «Ratti ovunque e i tossici nascosti nel retro del palazzo. Qui abbiamo tutti paura, l’aria è irrespirabile»

CHIETI. La rampa delle scale visitata da ratti vecchi e malati, l’aria irrespirabile di una discarica a cielo aperto a due passi dal cortile d’ingresso, in uno spazio dove i bambini dovrebbero giocare in libertà e che è invece il teatro di un orrore fatto di immondizia, sterpaglie, carcasse di topi. In via Spatocco, nel quartiere Filippone, le «case parcheggio» del Comune salutano un problema per accoglierne uno nuovo: è stato chiuso - dopo cinque anni e un fiume di richieste a lungo inevase - il tombino in cui pochi giorni prima era caduta una bambina, residente nei palazzoni senza corrente lì di fronte; due giorni dopo, l’attività di bonifica richiesta dall’assessore Chiara Zappalorto ha buttato giù il canneto che ricadeva sulle auto lì parcheggiate - un’attività «già programmata da tempo e prevista per quei giorni», aveva spiegato il Comune, incalzato dopo le lamentele dei cittadini del quartiere.

CONTINUANO I DISAGI

Ma su altri fronti la situazione resta più che drammatica: i ratti hanno ripreso a invadere non più soltanto le strade adiacenti, ma perfino i corridoi e le scalinate dei palazzi in cui i residenti da mesi non hanno accesso all’illuminazione: si brancola nel buio della lunga notte invernale sperando di non incontrare topi lungo il percorso, perfino morti - con le carcasse lasciate lì, sotto il naso dei residenti, per giorni. La disperazione di via Spatocco ha i volti dei disabili - che si muovono per rampe di scale pericolanti, senza luce, circondati dalla sporcizia -, dei bambini che in casa respirano l’aria ammorbata dalla muffa e nel cortile fanno lo slalom tra immondizia e animali. E degli anziani che spesso preferiscono barricarsi tra le quattro mura dei microlocali in cui alloggiano - alcuni da oltre vent’anni - perché in via Spatocco, denunciano i residenti, quando scende il buio della sera, la strada prolifera di tossicodipendenti: «Qui con il buio», denuncia una signora, «si riempie di tossici che si nascondono nel retro del cortile, si bucano e lasciano la strada devastata. I bambini non possono scendere a giocare e abbiamo paura».

Girando nel retro del cortile, quando è ancora giorno, non si incontrano tossici né siringhe ma si profila una discarica a cielo aperto in cui si può trovare di tutto: carrelli abbandonati e arrugginiti, lattine, carcasse di ratti, sterpaglie ammassate, sanitari distrutti, cocci di vetro e ceramica, feci che rendono l’aria mefitica. «Alcuni di noi», dice una residente, «hanno chiesto tante volte di essere spostati, di essere ricollocati in altre zone, anche tra le tantissime case vuote che ci sono a Chieti Scalo, che sono inutilizzate da anni. Invece ci hanno abbandonati qui, nella sporcizia, senza nessun servizio. Siamo esausti».

LA BONIFICA

L’operazione di bonifica «faceva parte del programma di manutenzioni dell’assessorato all’Ambiente della mia collega Chiara Zappalorto. L’articolo del Centro ci ha solo anticipato. Ci sono ancora tante cose da fare relativamente alle case popolari, ma abbiamo ben chiaro il quadro», aveva spiegato al Centro l’assessore alle Politiche sociali Alberta Giannini. Insieme al tombino e al canneto, gli operatori impegnati negli interventi di bonifica hanno tagliato le erbacce altissime nel cortile del palazzo al civico 42. Rivelando un’ulteriore montagna di rifiuti e una voragine scavata sotto il gradone che porta all’ingresso. Ma i problemi che mettono ogni giorno a cimento la sicurezza di questi residenti sono avvolti dalla guaina di un tempo indefinito. Uno spazio malato in un’attesa beckettiana.