Fisco evaso, assolti 6 imprenditori

Per l’accusa Erario raggirato per 300 mila euro. La difesa: lavori pagati, c’erano gli assegni

LANCIANO. Erano accusati di emissione di fatture false per un totale di oltre 250mila euro e di evasione fiscale, dell’Iva, per 50mila euro. Si tratta di sei imprenditori di aziende sparse tra Sant’Eusanio, Casoli e Paglieta, finiti lo scorso anno a processo e che ieri, grazie anche alla dimostrazione che le fatture erano state emesse a seguito di pagamenti, sono stati assolti dal giudice Francesco Marino. Assoluzione per prescrizione perché i fatti risalivano al 2005/2006, per Antonio Abbonizio, 45 anni, di Sant’Eusanio, rappresentato dall’avvocato Tommaso Di Nella; Luciano Gentile, 47 anni, di Casoli, difeso da Domenico Russo, Maurizio Di Florio, 45 anni, di Paglieta, rappresentato da Paolo Di Ienno e Mario Gianfranco Santuccione, 41 anni, di Lanciano, difeso da Osvaldo Piccirilli. Assoluzione perché il fatto non sussiste, visto che i reati contestati risalivano al 2007, per Roberta Giusti, 49 anni, e Roberto Giusti, 81 anni, entrambi di Lanciano ed entrambi rappresentati da Evo Talone.

I sei erano finiti a processo in quanto amministratori unici, o legali rappresentanti di aziende di Sant’Eusanio, Casoli e Paglieta, per l’emissione, nel 2005 e 2006, di fatture che l’accusa riteneva essere false. Fatture che andavano da un minimo di 11.750 euro a un massimo di 64.800 euro. Per un totale di 250mila euro. L’evasione dell’Iva invece sarebbe stata tra 1.950 euro e 10.800 euro. Per un totale di 50mila euro.

Tutte le fatture erano state emesse dalla ditta D.C.N Costruzioni per, come sostenuto in aula dal pubblico ministero Gina Petaccia, «operazioni non realmente effettuate, ma annotate nei libri contabili e nei registri societari, dedotte poi dal reddito prodotto per l’anno 2005, o 2006, così che la corrispondente dichiarazione era fraudolenta».

I lavori, per i quali sono state emesse le fatture, comprendevano manodopera e noleggio ponteggi e mezzi meccanici, manutenzione macchine per sistemi tinto metrici, demolizione e posizionamento di scatole di derivazione, lavori elettrici, di manutenzione, montaggio recinzione metallica. «Abbiamo chiarito nel corso del processo», dicono i legali, «che le fatture erano reali in quanto c’erano anche gli assegni o i bonifici bancari, accolti come prova documentale, che dimostravano il pagamento dei lavori. Tutti lavori realmente eseguiti». Proprio sulla base di queste prove i legali avevano chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” per tutti gli imprenditori. L’assoluzione è arrivata, anche se per prescrizione per 4 imprenditori perché i fatti erano riferiti al 2005.

Teresa Di Rocco

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