Francavilla, tre condanne per concussione

Un funzionario, un ex dirigente e un ex consigliere comunale giudicati colpevoli per aver chiesto ventimila euro a un costruttore

FRANCAVILLA. Il tribunale di Chieti ha emesso una sentenza di condanna nei confronti di tre persone per il reato di concussione. Si tratta di un ex dirigente, un dipendente del Comune ed un ex consigliere comunale di Francavilla. Si tratta di Cesare Mascioli, geometra, all'epoca dei fatti funzionario del settore urbanistica; Paola Chiola, allora dirigente dello stesso settore; Giuseppe Casoraro, al tempo consigliere comunale. I fatti si riferiscono agli anni 2006-2007 e la concussione sarebbe avvenuta ai danni di un imprenditore edile, il costruttore Giovanni Guerra. Il collegio presieduto dal giudice Geremia Spiniello ha inflitto nella sentenza di primo grado una pena di sei anni e mezzo di reclusione a Mascioli, tre anni e mezzo ciascuno a Chiola e Casoraro.

La vicenda sarebbe partita nel corso del 2006, quando Guerra intraprese la realizzazione di una palazzina e di un centro direzionale: la prima, in via Adriatica, nella zona conosciuta come ex Reva; il secondo in zona Foro, nei pressi della chiesa degli Angeli Custodi. Per la realizzazione del centro direzionale, secondo le accuse, all'imprenditore sarebbe stata richiesta una somma attorno ai ventimila euro per accelerare la procedura burocratica da parte del Comune. Questi avrebbe inizialmente pagato alcune migliaia di euro, e subito dopo avrebbe fatto scattare la denuncia ai carabinieri di Ortona. Così sono iniziate le indagini, condotte dai carabinieri di Ortona in collaborazione con il comando della stazione di Francavilla, durate diversi mesi. Riscontri, intercettazioni ambientali e telefoniche che hanno condotto, tre giorni fa, alla condanna dei tre imputati nel processo. Oltre alla reclusione, per i tre il tribunale ha disposto l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, l’interdizione legale per tutta la durata della pena, e stimato un danno patrimoniale di 7mila euro, 50mila euro di danni morali oltre al pagamento di 4mila euro di spese.

La concussione sarebbe avvenuta in due momenti differenti. Secondo le accuse, all'imprenditore è stato chiesto di sborsare denaro per accelerare la procedura del rilascio dei permessi edificatori per il centro direzionale. «Il mio assistito», chiarisce l’avvocato Antonio Pimpini del foro di Chieti, legale dell’imprenditore, «ha pagato le prime richieste, poi è andato a denunciare il fatto». Situazione analoga si sarebbe poi verificata con la palazzina di via Nazionale: «In quel caso», spiega ancora Pimpini, «l'impresa aprì il cantiere. Ad un certo punto il Comune bloccò i lavori,, facemmo ricorso al Tar e lo vincemmo, ma nel frattempo il mio cliente fu minacciato che se non avesse corrisposto il denaro richiesto, vi sarebbe stato l'annullamento parziale del permesso in variante od ostacoli allo svincolo della situazione di sequestro». In questo caso, però, il denaro non sarebbe mai stato versato. letesi dell’accusa vengono però contestate dai legali di Mascioli, Chiola e Casoraro. In particolare l’avvocato Vincenzo Di Lorenzo, che ha difeso Mascioli nel processo, sostiene che «non c'è alcuna prova di quello che i Guerra hanno raccontato. I pochi riscontri portati alla luce sono contraddittori, evanescenti e distorti». La motivazione della sentenza verrà depositata entro 90 giorni. «Aspetteremo di leggere la motivazione», conclude il legale, «prepareremo il ricorso in appello».

Paola M.S. Toro

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