Giovane di Lanciano nell'inferno di Oslo: "Nessuno poteva immaginarlo"

23 Luglio 2011

Venusia Vinciguerra, originaria di Lanciano nel paese scandinavo dal 2005, racconta il dramma degli attentati

LANCIANO. "Un'esplosione fortissima che ha fatto letteralmente tremare le pareti di casa: abbiamo capito subito che si trattava di qualcosa di straordinario". È il racconto di una giovane abruzzese che vive ad Oslo dal 2005, Venusia Vinciguerra, originaria di Lanciano.

"Abito a 2 km da dove è avvenuta l'esplosione", ha raccontato la donna subito dopo l'attentato, "e lavoro a 500 metri dalla zona colpita, ma oggi sono tornata a casa prima dal lavoro perché è un venerdì estivo. Mio marito, norvegese, si trovava al lavoro al momento dell'esplosione e il suo edificio è stato evacuato dalla polizia. Si sentono le sirene delle ambulanze e gli elicotteri che volteggiano sul centro: sembra che la polizia stia valutando la possibilità di chiudere la metropolitana, che al momento è ancora aperta. C'è poca gente in giro, anche se qualche mezzo pubblico gira nelle strade, così come i taxi".

"La Norvegia", ha spiegato Venusia Vinciguerra, che lavora per un'associazione scout norvegese dopo aver conseguito ad Oslo il master in Scienze politiche, "è un Paese dove la polizia non gira armata e dove i politici non hanno scorta, li incontri facilmente in giro a piedi: è una scelta precisa che rende il Paese vulnerabile in casi come questo. Nessuno si aspettava una cosa del genere".

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