Gli asportano il testicolo sano, il risarcimento va anche alla moglie

L'intervento sbagliato è avvenuto all’Istituto dei Tumori di Milano, vittima un tecnico di 35 anni del vastese,  diventato sterile e colpito da un calo del desiderio sessuale. Il tribunale di MIlano ha condannato il chirurgo a risarcire con 375mila euro l'uomo e con 100mila la coniuge, perchè, si legge nella sentenza "la sfera sessuale è componente essenziale della vita di coppia"

VASTO. Un risarcimento corposo a lui e alla moglie per riparare ad un danno chirurgico, l’asportazione di un testicolo sano, che ha provocato gravi ripercussioni nella vita di coppia. Il giudice della quinta sezione del Tribunale di Milano, Damiano Spera, ha condannato un chirurgo dell’Istituto dei Tumori di Milano e lo staff a risarcire con 475mila euro a una coppia del Vastese.

All’uomo andranno 375mila euro, 100mila euro alla coniuge. Perché, come ha scritto il giudice nella sentenza, «la sfera sessuale è componente essenziale della vita di coppia». Al tecnico informatico, di 35 anni, era stato asportato un testicolo sano e non quello colpito da neoplasia. L’intervento, oltre a renderlo sterile, gli ha causato un calo del desiderio sessuale provocando ripercussioni nella vita di coppia. La sentenza rende giustizia ai coniugi, ma non cancella del tutto le sofferenze che l'uomo sopporta dal 2004.

Il fatto. Al tecnico viene diagnosticata una neoplasia a un testicolo. L’informatico decide di affidarsi a una delle strutture sanitarie più prestigiose in Italia: l’Istituto dei Tumori di Milano. Il paziente viene ricoverato il 12 maggio 2004 ed entra in sala operatoria dopo cinque giorni. Nel corso dell’intervento per una distrazione inconcepibile e ingiustificabile, il chirurgo gli asporta il testicolo destro che è sano e mette la protesi. Il paziente viene dimesso con la prescrizione di un trattamento radiante sui linfonodi della parte malata. Al termine della cura, però, i medici riscontrano l’assenza di spermatozoi, oltre ad una nuova formazione nodulare nel testicolo sinistro, quello già malato e sul quale era necessario intervenire.

Le conseguenze.
Dopo un calvario durato tre anni, nel luglio 2007 viene accertato che il paziente è diventato sterile. L’uomo, assistito dall’avvocato Pierpaolo Andreoni del foro di Vasto, denuncia lo staff chirurgico che ha commesso l’inammissibile errore. Sia il tecnico che la moglie - quest’ultima rappresentata dall’avvocato Leda Arditelli - si costituiscono parte civile.

La sentenza.
Giovedì scorso, al termine di un processo durato tre anni, è arrivata la sentenza di condanna per i medici e il corposo risarcimento dei danni. Non solo per lui, ma anche per la moglie. I periti, infatti, hanno accertato che, a causa dell’errore chirurgico, il professionista del comprensorio vastese deve ricorrere tuttora a una terapia ormonale sostitutiva per il ripristino delle performace funzionali dell’attività sessuale con un evidente danno biologico di natura permanente quantificato nella misura del 35 per cento. L’assicurazione della clinica, che aveva già liquidato al paziente e alla moglie la somma di 130mila euro, deve versare prima possibile la differenza ritenuta equa dal giudice e dall’Osservatorio sulla giustizia civile.