I tre indagati restano in carcere

Il Gip respinge le richieste di remissione in libertà, accertamenti in corso nel Lazio

VASTO. Resta chiuso il portone del carcere di Villa Stanazzo, a Lanciano, per Nunzio Bomba, 33 anni di Castelfrentano, l'ex gestore del privè Lulù accusato di favorire la prostituzione nel club di corso Mazzini. Analoga la sorte per Giuseppe Filippetti, 55 anni di Roma, coordinatore del circolo, rinchiuso nella casa circondariale di Agrigento, e Giancarlo Piva, 56 anni di Cisterna di Latina, presunto procacciatore di donne e clienti, in carcere a Latina.

La nuova istanza di scarcerazione presentata una settimana fa dai legali degli indagati è stata respinta dal Gip, Elio Bongrazio. A parere del magistrato sussiste ancora il pericolo di reiterazione del reato. Il sito del club, infatti, è ancora consultabile su internet e il numero di cellulare per prenotare incontri al buio non è stato oscurato.

L'avvocato Alessandro Orlando, difensore di Bomba, non si arrende e annuncia un nuovo ricorso al Tribunale della libertà. «Bomba si è dimesso sia dal sodalizio che gestiva il club vastese che dall'associazione che conta iscritti in tutta Italia. Ha riconsegnato le chiavi dell'appartamento di corso Mazzini. Chiede di poter tornare al proprio lavoro di impiegato in Val di Sangro», dice il penalista. Il protrarsi della permanenza in carcere potrebbe costare al trentatreenne anche l'impiego. «Il mio cliente insiste di non avere mai favorito rapporti sessuali a pagamento, ma solo giochi di coppia legali e condivisi in un ambiente raffinato ed esclusivo. E' una persona perbene», insiste l'avvocato Orlando.

Il giro di squillo, però, fra tanti vip c'era eccome. E' stato accertato dalle intercettazioni ambientali e telefoniche. La clientela era selezionata: imprenditori, professionisti del Vastese, dell'area Chieti-Pescara, ma anche Roma, Taranto e Palermo. Gente di cultura e politici. Persone insospettabili e facoltose. Per molti di loro i carabinieri hanno accertato che venivano organizzate serate "particolari" per telefono con ragazze dell'Est residenti nella capitale che offrivano prestazioni sessuali.

Le indagini, partite l'inverno scorso, non si sono fermate neppure a Ferragosto. I carabinieri hanno concentrato gli accertamenti nel Lazio. Il coordinatore del circolo, Giuseppe Filippetti risiede nella capitale, così pure le ragazze romene. Senza contare che anche un buon numero di "soci" impegnati in politica abita sulle sponde del Tevere.

Gli investigatori cercano di scoprire chi procacciava i soci e chi avrebbe dovuto gestire il club gemello che stava per aprire a Ortona. Impossibile appurare a che punto si trovi l'inchiesta. I carabinieri non intendono fornire alcuna notizia in proposito. Un riserbo giustificato e comprensibile considerata la morbosa curiosità suscitata dalla vicenda.

Ancora oggi, a distanza di due settimane dalla chiusura del club, vastesi e turisti continuano a sfilare davanti al portoncino verde del privè in corso Mazzini. Numerosi i soci locali del club culturale "Lulù" che hanno deciso di collaborare con gli investigatori. Non è escluso che la magistratura disponga molto presto un confronto fra soci e indagati.

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