Il caso Sevel sul tavolo nazionale

23 Luglio 2010

Le lettere inviate dall'azienda ai lavoratori "troppo assenteisti"

ATESSA. Ha destato scalpore la vicenda delle lettere di richiamo che la Sevel, azienda del gruppo Fiat che produce i veicoli commerciali, ha indirizzato ai lavoratori ritenutti troppo assenteisti. La notizia fornita dalla Fiom-Cgil e diffusa dal Centro è finita anche all'attenzione delle segreterie sindacali nazionali.

Nei prossimi giorni sarà tra gli argomenti in discussione al tavolo nazionale sulla sicurezza e la salute del gruppo Fiat. Dopo il caso Pomigliano, la vicenda Sevel è diventata scottante. La fabbrica di Atessa è finita nel mirino della Fiom per una serie di lettere con cui si contestano agli operai le ripetute assenze per malattia. Troppi certificati medici nel primo semestre 2010, a detta della Sevel, che si riserva di «valutare e decidere sulla prosecuzione del rapporto di lavoro».

«Una minaccia bella e buona di licenziamento», insorge la Fiom. Per il sindacato delle tute blu della Cgil «siamo di fronte a "un effetto Pomigliano d'Arco", con la Fiat che va a caccia di assenteisti veri o presunti anche in Val di Sangro». Una ventina i casi finora a conoscenza dell'organizzazione, ma potrebbero essere assai di più. La vicenda ha assunto una valenza nazionale dopo la denuncia del segretario provinciale della Fiom, Marco Di Rocco, il quale ha portato il problema all'attenzione di Maurizio Marcelli, coordinatore dell'ufficio salute, ambiente e sicurezza del sindacato. A questo punto è nato anche un piccolo giallo. Marcelli, infatti, ha posto la questione alla Fiat, ma il gruppo torinese avrebbe risposto di non esserne a conoscenza, secondo quanto riferito da Di Rocco.

La polemica è diventata così ancor più rovente. «La Sevel deve ritirare le lettere di richiamo e sostituirle con altrettante missive di scuse ai lavoratori», afferma Di Rocco. Oggi, intanto, la Fiom ha indetto alla Sevel uno sciopero di 4 ore - le ultime di ogni turno - per protestare contro la mancata erogazione del premio di risultato (Pdr) e i licenziamenti di Melfi e Mirafiori. Per gli stessi motivi sciopera anche l'Usb (Unione sindacale di base), il cui delgato di fabbrica Fabio Cocco parla di «repressione messa in atto dalla Fiat». «I lavoratori della Sevel, nonostante l'astensione dal lavoro di venerdì scorso, non hanno ancora avuto certezze dalla direzione aziendale sulla erogazione del premio di risultato 2009. La Fiat, mentre distribuisce milioni di utili agli azionisti e aumenta del 40% gli stipendi dei dirigenti, fa pagare due volte la crisi ai dipendenti: infatti il reddito 2009 a causa della cassa integrazione è sceso del 30% e a oggi vogliono dare nemmeno il premio di 600 euro», afferma la Fiom. Il sindacato rivendica la corresponsione immediata di un Pdr non inferiore all'anno scorso (600-800 euro) a tutti i dipendenti, anche a quelli in Cig, il ritiro dei licenziamenti di Melfi e Mirafiori, l'apertura di un negoziato sulle prospettive industriali e occupazionali del gruppo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA