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Il Comune esce dal Coasiv «Finora nessun vantaggio»

CELENZA SUL TRIGNO. Nessun intervento di rilievo finalizzato a favorire nuove iniziative industriali. Sono le ragioni che hanno spinto l’amministrazione comunale guidata dal sindaco, Andrea Venosini,...

CELENZA SUL TRIGNO. Nessun intervento di rilievo finalizzato a favorire nuove iniziative industriali. Sono le ragioni che hanno spinto l’amministrazione comunale guidata dal sindaco, Andrea Venosini, ad uscire dal Consorzio industriale. Mentre il commissario regionale Adriano Marzola dipinge un ente consortile dinamico e all’avanguardia, tracciando un bilancio più che positivo dell’attività del Coasiv, il comune di Celenza decide di chiudere una esperienza definita senza mezzi termini negativa per il proprio territorio.

«Il Consorzio è diventato un peso», attacca il sindaco, «l’ente in questi anni non ha raggiunto lo scopo principale, ossia quello di favorire il sorgere di nuove iniziative industriali. La nostra area artigianale, inserita all’interno delle aree gestite dal Coasiv, è da sempre considerata minore rispetto a quelle di Vasto e San Salvo. Di fatto nessun intervento è stato posto in essere, compresa la manutenzione ordinaria, alla quale ha dovuto provvedere il Comune con risorse proprie».

Da qui la decisione di uscire dal Consorzio presa dal consiglio comunale del piccolo centro montano, convinto che la scelta fatta porterà a un risparmio economico. Dopo attente valutazioni l’assemblea civica ha preso atto che da diversi anni Celenza non riceve alcun beneficio dal Coasiv ed è convinta che «uscendo dal Consorzio può provare a pianificare un nuovo modello di sviluppo per l’ area artigianale di Celenza.

L’iniziativa del Comune - l’unica del genere registrata finora - coincide con l’imminente attuazione della legge di riordino dei Consorzi industriali. I sei enti consortili abruzzesi verranno sciolti per dare vita all’Arap, l’agenzia regionale per le attività produttive. In quest’ottica viene considerato determinante l’apporto del Coasiv vastese che porta in “dote” un patrimonio di oltre 11 milioni di euro e che, secondo il commissario Marzola, sarà preso come modello per la gestione della nuova Agenzia regionale. (a.b.)

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