Il cuore di Dylan si è fermato per sempre

Morto il ragazzo di 15 anni dopo 11 giorni dall'incidente in scooter sulla Statale Adriatica
ORTONA. «Nel cielo ora brilla la stella più luminosa, Dylan il mio piccolo grande uomo ovunque sei ti amerò per sempre. Un bacio amore mio grande. La tua mamma». Non ce l'ha fatta Dylan Tumini, 15 anni di Ortona. Dopo 11 giorni di lotta il suo cuor ha smesso di battere.
Le speranze di salvare la vita del ragazzo si sono frantumate ieri pomeriggio, quando le condizioni di salute di Dylan, ricoverato da undici giorni nel reparto di rianimazione dell'ospedale dell'Aquila, sono precipitate. A nulla sono valsi i tentativi dei medici.
Il cuore del ragazzo, che frequentava il primo anno dell'Istituto professionale di Ortona, ha smesso di battere per sempre. E chi aveva sperato in un miracolo ha dovuto fare i conti con una verità terribile. Un dolore inconsolabile per la mamma Nicoletta Di Donato e per i fratelli Kevin e Denis, raccontato anche sulle pagine del web. La notizia della tragedia ha lasciato senza fiato gli abitanti del rione Bardella dove il ragazzo viveva con la mamma e i fratelli. Ma anche gli studenti dell'Istituto professionale che avevano pregato e sperato.
Giornata maledetta quel 21 gennaio, quando Dylan in sella al suo scooter è andato a scontrarsi frontalmente con un'auto che procedeva in senso contrario. Un impatto violento che si è verificato nei pressi del cavalcavia che collega la Statale 16 Adriatica al porto commerciale nella zona dei Saraceni. La dinamica dell'incidente, attualmente ancora al vaglio degli inquirenti, è ancora tutta da verificare. Secondo una prima ricostruzione effettuata dai carabinieri, il ragazzo stava percorrendo la Nazionale in direzione di San Vito. A circa due-trecento metri dallo svincolo per il cavalcavia, in piena curva, lo scontro frontale con un'auto che viaggiava in direzione opposta quindi da San Vito ad Ortona.
Chi ha assistito all'incidente si è subito reso conto che le condizioni del ragazzo erano gravi. Dylan aveva perso i sensi e non rispondeva alle sollecitazioni di chi lo ha soccorso. A dare l'allarme al 118 la Capitaneria di porto di Ortona. Per evitare perdite di tempo dall'ospedale di Chieti si era alzato in volo l'elisoccorso. Un viaggio breve che aveva consenti al ragazzo di arrivare in fretta al reparto di nurologia dell'ospedale clinicizzato di Colle dell'Ara.
Sottoposto ai primi accertamenti, i medici si osno resi conto che Dylan aveva bisogno di cure urgenti e specifiche così un altro spostamento, sempre in elicottero verso la neurochirurgia dell'Aquila.
Undici giorni passati nella rianimazione dopo un intervento chirurgico alla testa per ridurre l'ematoma scaturito dall'impatto con l'auto. Undici giorni trascorsi tra preghiere e speranze di parenti e amici. Le sue condizioni erano gravi, ma sembravano stazionarie. All'inizio sembrava reagire alle cure intensive degli specialisti, poi ieri, le cose sono precipitate.
La speranza ha lasciato il posto a incredulità e sgomento per quella vita spezzata a soli 15 anni. Ora la madre dovrà decidere se la morte del figlio potrà salvare la vita di altri donando i suoi organi.
Le speranze di salvare la vita del ragazzo si sono frantumate ieri pomeriggio, quando le condizioni di salute di Dylan, ricoverato da undici giorni nel reparto di rianimazione dell'ospedale dell'Aquila, sono precipitate. A nulla sono valsi i tentativi dei medici.
Il cuore del ragazzo, che frequentava il primo anno dell'Istituto professionale di Ortona, ha smesso di battere per sempre. E chi aveva sperato in un miracolo ha dovuto fare i conti con una verità terribile. Un dolore inconsolabile per la mamma Nicoletta Di Donato e per i fratelli Kevin e Denis, raccontato anche sulle pagine del web. La notizia della tragedia ha lasciato senza fiato gli abitanti del rione Bardella dove il ragazzo viveva con la mamma e i fratelli. Ma anche gli studenti dell'Istituto professionale che avevano pregato e sperato.
Giornata maledetta quel 21 gennaio, quando Dylan in sella al suo scooter è andato a scontrarsi frontalmente con un'auto che procedeva in senso contrario. Un impatto violento che si è verificato nei pressi del cavalcavia che collega la Statale 16 Adriatica al porto commerciale nella zona dei Saraceni. La dinamica dell'incidente, attualmente ancora al vaglio degli inquirenti, è ancora tutta da verificare. Secondo una prima ricostruzione effettuata dai carabinieri, il ragazzo stava percorrendo la Nazionale in direzione di San Vito. A circa due-trecento metri dallo svincolo per il cavalcavia, in piena curva, lo scontro frontale con un'auto che viaggiava in direzione opposta quindi da San Vito ad Ortona.
Chi ha assistito all'incidente si è subito reso conto che le condizioni del ragazzo erano gravi. Dylan aveva perso i sensi e non rispondeva alle sollecitazioni di chi lo ha soccorso. A dare l'allarme al 118 la Capitaneria di porto di Ortona. Per evitare perdite di tempo dall'ospedale di Chieti si era alzato in volo l'elisoccorso. Un viaggio breve che aveva consenti al ragazzo di arrivare in fretta al reparto di nurologia dell'ospedale clinicizzato di Colle dell'Ara.
Sottoposto ai primi accertamenti, i medici si osno resi conto che Dylan aveva bisogno di cure urgenti e specifiche così un altro spostamento, sempre in elicottero verso la neurochirurgia dell'Aquila.
Undici giorni passati nella rianimazione dopo un intervento chirurgico alla testa per ridurre l'ematoma scaturito dall'impatto con l'auto. Undici giorni trascorsi tra preghiere e speranze di parenti e amici. Le sue condizioni erano gravi, ma sembravano stazionarie. All'inizio sembrava reagire alle cure intensive degli specialisti, poi ieri, le cose sono precipitate.
La speranza ha lasciato il posto a incredulità e sgomento per quella vita spezzata a soli 15 anni. Ora la madre dovrà decidere se la morte del figlio potrà salvare la vita di altri donando i suoi organi.
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