Il giudice al papà orco di Atessa: "Nessuna cura dei figli"

Al genitore di quattro bambini inflitti 4 anni e l’interdizione dai pubblici uffici: "Ricorso ingiustificato a ingiurie verbali e percosse e disinteresse per l’igiene"

ATESSA. «Un comportamento altamente riprovevole del padre nei confronti dei figli, costituito dal facile e spesso ingiustificato ricorso ad ingiurie verbali e percosse, nell’incuria e disinteresse per le condizioni igieniche dei bambini».

leggi anche: Botte e film porno ai figli: padre condannato a 4 anni Atessa, in tribunale il caso della famiglia che viveva tra spazzatura ed escrementi Il difensore annuncia ricorso in appello. La moglie: «Mai stato un papà-orco»

È questo il profilo del papà dei quattro fratellini di Atessa, che emerge dalle motivazioni della sentenza emessa lo scorso settembre dal tribunale di Lanciano, e che ha condannato il 36enne a quattro anni di reclusione e all’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Il difensore, l’avvocato Antonella Marchetti, ha presentato appello contro la sentenza di primo grado, per il quale deve ancora essere fissata la data dell’udienza. Nelle motivazioni il gip Massimo Canosa (il processo si è svolto attraverso il rito abbreviato) ripercorre i principali episodi che hanno portato all’incriminazione e poi alla condanna dell’uomo, accuse che si basano soprattutto sulle dichiarazioni dei figli di 11 e 9 anni, ma ritenute attendibili dal giudice: dalle ingiurie verbali indirizzate ai bambini o alla moglie, alle percosse a mani nude o con l’uso di coltelli, fino alla visione di film pornografici alla quale avrebbe costretto i minori.

Ma quello che emerge è, soprattutto, una figura paterna «noncurante dei problemi dei figli», in particolare di quelli legati allo studio e all’apprendimento dei bambini, tanto da disinteressarsi anche delle condizioni igieniche nelle quali vivevano i quattro fratellini. «In condizioni di tale sporcizia, caos e abbandono», sottolinea il giudice, «da determinare una dichiarazione di inagibilità dell’abitazione da parte della Asl di Lanciano».

Malgrado ciò, Canosa lascia aperto qualche dubbio riguardo alle lesioni inferte ai bambini. «Lesioni», scrive il giudice, «ipoteticamente attribuibili al comportamento violento dell’indagato, ma di ciò non vi è certezza, potendo eventualmente ricollegarsi ad eventi traumatici accidentali, quali cadute o urti (tesi sostenuta dalla difesa, ndc), che potrebbero comunque essere posti in relazione alle condizioni di estremo disordine della casa». Nei rilievi del giudice, infine, c’è spazio anche per il «sostanziale disinteresse del contesto sociale e, probabilmente, istituzionale nei confronti della situazione della famiglia, a tutti ben nota», rileva Canosa, «quantomeno sin dal 2010».

Chi sapeva, o almeno aveva gli elementi per intercettare il degrado fisico e morale in cui viveva la famiglia, e ha fatto poco o nulla per i quattro fratellini. Che adesso rischiano di essere tolti definitivamente ai genitori – la patria potestà è già sospesa – e affidati ad altre famiglie.

©RIPRODUZIONE RISERVATA