Il manager Asl: "Se sto male non curatemi nel Chietino"

Lanciano. Ma i medici contestano Zavattaro su progetti e tagli

LANCIANO. Finisce con la contestazione del manager Francesco Zavattaro, con musi lunghi e volti preoccupati l'incontro di giovedì sera tra medici e personale del comparto del Renzetti e della direzione della Asl Lanciano-Vasto-Chieti. I medici cercavano certezze e rassicurazioni sul ruolo-guida dell'ospedale, hanno trovato solo miseri progetti e tagli. «Ho un biglietto nel portafoglio sul quale c'è scritto: se dovessi star male non portatemi in un ospedale della provincia di Chieti».

E' la frase infelice, pronunciata dal manager Francesco Zavattaro, che ha mandato su tutte le furie medici, infermieri e ausiliari presenti all'incontro di giovedì sera con la direzione sanitaria per far luce sul futuro dell'ospedale Renzetti. Ma a far abbandonare definitivamente la riunione alla gran parte del personale è stato l'annuncio, da parte di Zavattaro, della concessione dell'emodinamica a Vasto (chiesta da Lanciano dieci anni fa), del progetto del parto indolore ad Ortona, della soppressione dell'urologia a favore di Vasto, della cancellazione delle unità di maxillo-facciale e neurotraumatologia.

Per il Renzetti, dove i reparti saranno trasformati in unità semplici (sotto i 20 posti letto), il manager ha precisato che è in fase di studio la realizzazione di un punto di eccellenza per l'ortopedia del femore e per l'oncologia. «Siamo in una fase di transizione molto difficile», ha spiegato il direttore generale, «non ho la bacchetta magica né il mantello di superman per risolvere tutti i problemi, come la riduzione dei dipartimenti da 30 a 15 e il taglio di 50 strutture complesse, ma ci sono tavoli di lavoro aperti con il personale per cercare progetti sui quali costruire l'atto aziendale e l'identità degli ospedali».

Ma a questi tavoli sembra non ci siano medici del Renzetti. «Saremo propositivi ma partiamo svantaggiati, in ritardo rispetto agli altri che hanno già presentato dei progetti», hanno sottolineato alcuni medici del Cuore, il neo-comitato unitario di operatori del Renzetti che unisce 115 medici, decine di infermieri, ausiliari e amministrativi dell'ospedale e i rappresentanti del tribunale dei diritti del malato. «Chiediamo un tavolo di concertazione permanente con l'azienda, regole certe e eque nel riordino degli ospedali, considerando gli ottimi risultati raggiunti dall'ex asl frentana», ha precisato Vincenzo Palmerio, portavoce del comitato. Sono stati il cardiologo Luigi Leonzio e il diabetologo Mario Pupillo ad insistere affinché il manager chiarisse qual è il ruolo del Renzetti.

Tra "se", "ma" e "inviti a proporre progetti" Zavattaro ha precisato che a Lanciano concederà un'emodinamica portatile, che ci sarà spazio per la chirurgia ortopedica del femore o dell'anca e per l'oncologia. Il manager ha aggiunto che, se l'oculistica vorrà restare in vita, dovrà trovare un'eccellenza, ad esempio la cura dei glaucomi, e che è in forse la sopravvivenza della chirurgia maxillo-facciale, anche se in realtà è stata cancellata assieme alla neurotraumatologia dal piano di rientro regionale. «Abbiamo assistito ad una lezione di economia e alla volontà di depauperare il Renzetti», ha commentato Patrizia Bianchi del Nursing up, sindacato infermieri che chiede: «Come si può concedere al punto nascita di Ortona il progetto del parto indolore, se conta solo 500 parti annui e non ha la rianimazione - che dovrà attivare - mentre a Lanciano ci sono 900-1000 parti e c'è già la rianimazione?».

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