TRIBUNALE

«Il mio patrigno sembra Hitler»: condannato a tre anni e tre mesi 

I giudici: è colpevole dei reati di maltrattamenti e abusi sessuali nei confronti della quindicenne. L’uomo picchiava anche un anziano accudito dalla compagna: «Lo usava come un sacco da boxe»

CHIETI. Aveva terrorizzato la figlia della compagna al punto tale che la ragazzina, 15 anni appena, scriveva nel suo diario: «Io lo chiamo Hitler, noi dipendiamo dal suo umore». Quel patrigno violento di 51 anni – di cui non indichiamo il nome per tutelare l’identità della vittima – è stato ora condannato dal tribunale di Chieti a tre anni e tre mesi di reclusione perché riconosciuto colpevole di maltrattamenti in famiglia e di atti sessuali (di minore gravità) nei confronti della studentessa e di maltrattamenti e lesioni personali aggravate verso un anziano di 75 anni, in passato accudito dalla compagna dell’imputato che faceva la badante.

Una storia di violenza e soprusi quotidiani emersa a metà del 2019 quando la 15enne contattò via chat  Telefono azzurro. Le psicologhe dell'associazione girarono poi  la segnalazione alla polizia.

I maltrattamenti hanno visto come vittima anche l’anziano che viveva con loro. Le violenze erano talmente frequenti che la ragazzina scrisse: «Lo usano come un sacco da boxe». In un’occasione, ad esempio, il 51enne mandò l’anziano in ospedale dopo che l'aveva massacrato di botte fratturandogli il setto nasale. (g.l.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

ARTICOLO COMPLETO SUL CENTRO IN EDICOLA