Il Negri Sud dimezza il personale

Debiti lievitati in poco tempo: la Fondazione vuole rimandare a casa una cinquantina di dipendenti

SANTA MARIA IMBARO. Un debito salito da 3 milioni e 900mila euro a 4 milioni e 500mila euro in brevissimo tempo e la prospettiva di una riduzione del personale tecnico e amministrativo fino al 50%. Sono i dati, scioccanti, emersi da uno degli ultimi consigli di amministrazione della Fondazione Negri Sud e nella bozza del piano di rilancio dell’istituto attualmente sottoposta al vaglio della prefettura.

In questa delicatissima fase del prestigioso centro di ricerche farmacologiche, è infatti il prefetto che deve valutare, dal punto di vista legale e burocratico, la posizione finanziaria di un ente giuridico come la fondazione. Nel piano di rilancio è stato preso ad esempio il caso del risanamento delle Fondazioni lirico-sinfoniche a partecipazione statale, istituti che, per certi versi, dovrebbero assomigliare alla neonata fondazione scientifica del Negri Sud. Gli interventi per il salvataggio dell’istituto, il cui declino prosegue senza sosta ormai da qualche anno, sono urgenti e necessari per il raggiungimento del pareggio di bilancio e sono contenuti nel documento esaminato da Provincia, Regione e direttivo nel Negri (sia quello di Milano che quello di Santa Maria Imbaro alla cui direzione scientifica è stato confermato nei giorni scorsi l’ex direttore, Gianni Tognoni).

A preoccupare è soprattutto la voce che riguarda la “riduzione della dotazione organica” del personale per una quota che può arrivare fino al 50%. Nel dato si specifica che il livello della riduzione è direttamente proporzionale ai fondi disponibili nonchè alle necessità organizzative e aziendali. Il taglio riguarderebbe dunque un numero enorme di dipendenti se si pensa che attualmente i lavoratori del Negri Sud tra ricercatori e personale amministrativo e di servizio sono circa un centinaio. Il centro, da cui stanno migrando diverse eccellenze negli ultimi anni, si troverebbe di fatto dimezzato. Secondo l’analisi della dirigenza in questo momento, a causa delle esigue risorse disponibili, solo tre laboratori, su una dozzina presenti al Negri Sud, riuscirebbero a essere completamente autosufficienti. Nel piano si parla anche di ridurre drasticamente le spese arrivando a chiudere almeno un livello di uno degli edifici del complesso di Santa Maria Imbaro. L’unica via di salvezza, e sulla quale la dirigenza insiste molto sui sindacati, è fare pressione sulla Regione affinchè si faccia garante per un prestito bancario. I 200mila euro concessi dall’Emiciclo nell'’ultima Finanziaria sono, infatti, solo una goccia nel mare per il Negri Sud se si considera che il costo annuale dell’istituto è di circa un milione di euro. Intanto i dipendenti sono senza cassa integrazione da agosto e senza stipendio da giugno.

Daria De Laurentiis

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