Il personale è carente: il Comune di Chieti richiama i pensionati. E loro tornano in servizio gratis, previsto solo un rimborso

Emergenza a Palazzo di Città. I posti sono scoperti, scatta l’allarme: “Nel 2025 non sono previste nuove assunzioni immediate, l’organico è sottodimensionato”
CHIETI. Il Comune in dissesto economico e a corto di organico richiama i dipendenti andati in pensione. È il caso di Maurizio Giannini, colonna del servizio informatico, ormai a riposo, che continua a collaborare per il sesto settore comunale rimasto sguarnito di personale. E lo fa gratuitamente, potendo contare solo su un rimborso spese. La carenza di personale diventa sempre più una emergenza per l’ente guidato dal sindaco Diego Ferrara: a gennaio 2025, secondo una ricognizione degli uffici comunali, al lavoro c’erano solo 155 dipendenti, a fronte dei 300 previsti nella pur stringata pianta organica. E se è vero che, nonostante la condizione di ente dissestato, il Comune può procedere a fare un seppur limitato numero di assunzioni, al momento il ricorso a chi è andato in pensione sembra l’unica strada. E così il dirigente di settore Andrea Lannutti firma una determina per richiamare al lavoro dipendenti in pensione.
«Si rendono urgenti la prosecuzione delle attività per la gestione degli affidamenti di telefonia, di aggiornamento e controllo catasto informatico e di telefonia fissa e mobile», scrive, «si rende altresì urgente il supporto informatico e di telefonia inerenti le imminenti votazioni previste per il 2025. Tali attività risultano non gestibili dal personale in servizio». L’8 e il 9 giugno si vota per i referendum abrogativi sulle modifiche alla legge sull’acquisizione della cittadinanza italiana per residenti stranieri e su alcune norme in tema di lavoro.
«Per il 2025», si legge nell’atto, «non sono previsti nell’immediato nuovi inserimenti di personale presso il sesto settore, che allo stato attuale risulta sottodimensionato, la mole di lavoro e gli adempimenti dei dipendenti non permettono la gestione completa delle attività da portare avanti». Insomma: la situazione rasenta la paralisi. Giannini, si legge ancora, «per spirito di collaborazione e attaccamento all’ente ha fornito la sua disponibilità a una collaborazione gratuita».
Il solo riconoscimento del rimborso spese viene quantificato in un importo massimo di 300 euro mensili per 36 ore settimanali. Il problema del sesto settore comunale non è affatto isolato. Anche gli altri settori sono al palo a causa della carenza di personale. Lo sanno bene i quasi 200 residenti di contrada Santa Maria che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni a causa degli sgomberi. Per seguire l’emergenza il personale è assolutamente insufficiente, come il sindaco Ferrara e il presidente del consiglio comunale Luigi Febo hanno riferito al ministro della Protezione civile Nello Musumeci lo scorso primo aprile. Il ministro si è reso conto dell’enorme difficoltà e ha subito assicurato i fondi per far arrivare nuovo personale negli uffici comunali al collasso.
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