Il tifo teatino compie mezzo secolo di storia: festa grande allo stadio

8 Novembre 2024

Prevista una speciale coreografia per la sfida con la Samb «L’attaccamento ai colori neroverdi va oltre i risultati»

CHIETI. Mezzo secolo di vita a sostegno della squadra. In giro per l’Italia con i vessilli neroverdi e un forte senso di appartenenza. Per Chieti e per il Chieti. Il tifo organizzato teatino festeggia 50 anni di attività. Lo farà domenica all’Angelini nella gara con la Sambenedettese. La curva Volpi è sold out da mercoledì – un dato che certifica l’entusiasmo che si respira in città e l’esigenza di ampliare la capienza dello stadio ad almeno 5mila posti – e i tifosi stanno preparando una coreografia per festeggiare la speciale ricorrenza.
Il tifo a Chieti ha origini lontane, dai tempi della Civitella fino ad arrivare al 1974-1975 quando si iniziano a muovere i passi del tifo organizzato. Il primo club cittadino è quello dei Fedelissimi che organizza tifo e trasferte alle quali partecipano anche gli Ultras, gruppo formato perlopiù dai giovani. Nei primi anni Ottanta si formano vari gruppi (Sconvolts, Fedayn, Viking) e si ricorda lo sfortunato spareggio di Latina col Lanciano con migliaia di teatini al seguito delusi dalla sconfitta. E poi ancora gli Achaean Generation, Amiterno's Brothers, Supporters Village, Indians Scalo, Club Luciano Novembrini, Filippone Neroverde fino agli Irriducibili Scalo che insieme ai ragazzi di Filippone daranno vita agli storici Irriducibili. Per non dimenticare gli Ultras ‘74, Gente Persa, Skins, Boys, Levante Neroverde, Wanderers, i 330 s.l.m., Vecchia Guardia, Planet Chieti, i ragazzi del Levante, il Muretto Laterale fino ad arrivare agli Ottantanove Mai Domi che oggi rappresentano il cuore pulsante del tifo. Più delusioni che gioie, ma i tifosi teatini non hanno mai smesso di sostenere i colori neroverdi e per attaccamento e passione si sono guadagnati la stima di altre tifoserie italiane. Come nel 2006 quando all’Arena Garibaldi di Pisa centinaia di tifosi seguirono la squadra in trasferta nonostante il Chieti fosse già retrocesso. Tutto lo stadio applaudì i teatini.
Nemmeno i fallimenti hanno spento l’amore dei tifosi per la squadra della città. Nel 2006-2007, quando il Chieti ripartì dalla Promozione, ci furono 1.800 tifosi sul neutro di Lanciano per spingere i neroverdi alla vittoria del campionato contro il Casoli. E l’anno successivo, in Eccellenza, si registrarono picchi di 4mila presenze nelle gare interne contro L’Aquila e Casoli in una stagione culminata con la promozione in serie D all’ultima giornata con il Notaresco sul neutro di Teramo. Anche lì, esodo neroverde con 2mila tifosi al seguito.
«Abbiamo vissuto annate altalenanti per la squadra, ma mai per la tifoseria, che ha cercato di dare sempre il suo contributo, nonostante fallimenti e annate difficili sul campo e a livello societario», racconta Francesco Salvatore, leader della curva Volpi insieme agli altri storici ultras Maurizio D’Orazio e Nicola Iezzi. «Dalle delusioni di Latina, Cesena, Gela, Lentini, Ischia e Fermo alle poche gioie in 100 anni di storia del Chieti: noi non abbiamo mai mollato. Oggi sogniamo un futuro in grande con una società all’altezza delle nostre ambizioni e ci si ritrova tutti dietro lo striscione curva Volpi con tutte le varie anime del tifo neroverde. Siamo orgogliosi di aver raggiunto il traguardo di 50 anni di movimento ultras vissuti con una passione ed un attaccamento che vanno oltre il risultato».
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