CHIETI

Il Wwf attacca il Comune: altri alberi condannati a morte

L'associazione ambientalista denuncia il provvedimento per la potatura di venti piante in città

“L'Europa ha bisogno di più aree verdi per essere più resiliente nei confronti delle minacce climatiche e sanitarie. In particolare, abbiamo bisogno di alberi nelle città perché le aree verdi  urbane non solo assorbono le emissioni di gas a effetto serra ma riducono anche le temperature  eccessive”.

Sono queste le raccomandazioni che l’Unione Europea dà nel proprio sito ufficiale in linea con quanto suggerito da scienziati di tutto il mondo: il verde urbano e in particolare gli alberi migliorano la qualità della vita dei cittadini. Ciò nonostante si continua ovunque a tagliarne tanti, tantissimi, e/o a potarli male condannandoli a un graduale deperimento, il più delle volte con la motivazione di un presunto pericolo imminente di crollo, salvo poi scoprire a danno ormai irreparabile che in moltissimi casi quel pericolo era del tutto inesistente. 

Il Comune di Chieti, continuando nella linea dell’amministrazione pure di colore politico opposto che l’ha preceduta, si comporta proprio così: continua a condannare a morte piante un po’ ovunque nella città.

L’ultimo provvedimento, che riguarda 20 alberi, è stato firmato il 14 marzo scorso, per una spesa di 5.660,80 euro, nient’affatto trascurabile per un ente dichiarato finanziariamente dissestato. Né vale la scusante che si tratta di eliminare un potenziale rischio: anche le strade stracolme di buche, le “pezze” messe qua e là con ghiaia che può favorire incidenti o essere “sparata” dalle ruote delle auto in transito addosso ai passanti, i lavori stradali per riparazioni varie, anche di aziende private, “chiusi” alla men peggio nella totale indifferenza di una amministrazione che non sembra in grado di controllare i cantieri che operano nel proprio territorio… tutte queste cose sono fonte di pericolo, ma gli unici interventi che si continuano a fare sono quelli dei tagli degli alberi.

Se davvero esistono situazione di precarietà la “colpa” non è certamente degli alberi stessi, ma all’incuria da parte delle amministrazioni che si sono succedute alla guida della città negli ultimi decenni. Né vale la considerazione che a volte sono i cittadini a chiedere tagli perché infastiditi da essenze troppo cresciute: le piante nel tessuto urbano sono un patrimonio della collettività e come tali vanno rispettate. Senza dimenticare che in primavera gli alberi sono in piena ripresa vegetativa mentre molte specie di uccelli hanno iniziato a nidificare: in questa fase la direttiva europea n. 2009/147/CE vieta i tagli, anche dei soli rami, mentre la legge 157/1992 sulla protezione della fauna selvatica omeoterma prevede sanzioni per chi distrugga nidi e uova.