«Impianto Eni, concessioni da bloccare»

19 Dicembre 2007

Ambientalisti, sindaci e tecnici all’attacco «Del Turco sbaglia, non ci saranno benefici»

FRANCAVILLA. Determinati a non cedere e nel rivendicare «le mille ragioni del loro no», ma aperti anche al dialogo a condizione che l’Eni, il presidente della giunta regionale Ottaviano Del Turco, l’amministrazione comunale di Ortona, e la classe politica facciano «tutti un bagno di umiltà» nel valutare rischi e benefici.

E’ quanto è emerso ieri durante il Forum sul Centro Oli che l’Eni vuole realizzare ad Ortona in contrada Savini, area a confine tra Tollo e Francavilla. Punto nevralgico dal punto di vista economico dove le trivelle dell’Agip dovrebbero estrarre petrolio per 15 anni.

Ieri sul Centro oli a Francavilla si è tenuto un Forum organizzato da Natura Verde. Forum che sarà pubblicato per intero su il Centro, nei prossimi giorni.

 L’impianto sarà realizzato nel mezzo di vigneti di alto pregio (il 70% della produzione regionale di vino), a poche centinaia di metri dal mare, dalle aree turistiche e tra due fiumi: Arielli e Foro.

 Ieri sera a Francavilla a Palazzo Sirena +1al dibattito c’erano l’assessore regionale all’ambiente, Franco Caramanico, il sindaco della città, Roberto Angelucci, il consigliere regionale dell’Idv, Bruno Evangelista, il direttore dell’Arta, Gaetano Basti, l’ex parlamentare Psi, Amedeo D’Addario, il dirigente della Uil, Nino Di Bucchianico.

I vertici dell’associazione Natura Verde che ha organizzato il Forum: Giusto Di Fabio e Luigi Tiberi e Gabriele di Clerico; il docente della D’Annunzio, Angelo Cichelli.
 In video conferenza attraverso Internet, una ricercatrice americana, Maria Rita D’Orsogna docente a Los Angeles di origine lancianesi che dall’8 gennaio sarà in Abruzzo a sostegno delle iniziative di Natura Verde contro l’impianto Eni.

 RISCHI PER LA SALUTE
I dubbi sulla realizzazione del Centro oli è stato totale ma con posizioni diverse e anche distanti. Nel dilemma di puntare sulla tutela della salute come condizione prioritaria, in questo caso è stato ricordato il preoccupato documento del Mario Negri Sud; oppure nel dare priorità alle questioni economiche, o meglio le diseconomie che si creerebbero con la caduta della qualità ambientale, vitivinicola e turistica che l’impianto provocherebbe.

Le critiche, inoltre, verso esponenti politici sono state variegate e pungenti. Nel mirino le amministrazioni comunali di Ortona, entrambe di centrodestra, quelle dell’ex sindaco Gianfraco Puletti, che diede le prime concessioni, fino alla attuale giunta del sindaco Nicola Fratino che ha dato i definitivi via libera. Così come nelle accuse di «superficialità» fioccate per il presidente Del Turco.

 TURISMO COMPROMESSO
Il sindaco di Francavilla Angelucci ha insistito su un aspetto, quello del futuro ecomico. «Quando si dice che l’Eni porterà sviluppo», ha ricordato, «si dimentica che in questi anni abbiamo costruito e tutelato un sistema di pregio e qualità in molti settori da quello agricolo, ambientale a quello turistico, dove sono stati investiti centinaia di milioni e che da lavoro a migliaia di persone.

Questo sistema produttivo è il nostro futuro, non altro». Molti altri interventi come quello dell’ex parlamentare D’Addario è stato pesantemente critico «la realizzazione del progetto è una follia», ha esordito raccogliendo gli applausi ma ha alla fine ha aperto uno spiraglio alla trattativa.

«E’ necessario», ha proposto D’Addario, «convocare tutti i protagonisti di questa storia, organizzare un tavolo dove sia possibile un con fronto vero. Devono esserci: Eni, Regione, Comune, Mario Negri sud, i ricercatori e, soprattutto, le associazioni ambientaliste, quelle che hanno dato voce al dissenso».

 Sulla mancata partecipazione ha insistito anche il sindacalista Uil, Nino Di Bucchianico che ha rimarcato come «le scelte vanno discusse con i cittadini e non calate dall’alto, anche il sindacato ha sbagliato in questa vicenda».

 AGRICOLTURA IN CRISI
 Angelo Cichelli della D’Annunzio pur premettendo che è contro l’insediamento Eni, ha osservato che le relazioni del Mario Negri così come quelle tecniche dell’Eni sono «virtuali», nel senso che si basano su «quello che avverrà», «ma già oggi dobbiamo prevedere ricadute».

Cichelli ha presentato un documento sugli aspetti ambientali della «vitivinicoltura sostenibile», nel quale vengono interdette le produzioni che ricadono in prossimità di insediamenti chimici e petroliferi.

 Gaetano Basti dell’Arta ha lanciato un’altra idea: «inseriamo l’area di contrada Savini dove l’Eni realizzerà l’impianto all’interno della Parco della costa Teatina». Tra gli interventi anche quello del signor Luigi Paolini, che abita a Francavilla da cinquant’anni e che si sentito «tradito da una politica» fatta troppo spesso «sulla pelle della gente comune».

 Bruno Evangelista dell’Italia dei Valori, ha ricordato il suo impegno per risalire alle concessioni, «sto indagando. Molte cose non quadrano. Del Turco dica no», ha insistito. L’assessore all’ambiente Caramanico, ha voluto ricordare come la Regione nel dare il via libera ha seguito un iter già tracciato, ma ha ricordato come lo stesso impianto peetrolifero «nasce vecchio.

Il petrolio non è il futuro», rispetto alla ricerca di nuove forme di energia. Luigi Tiberi dell’associazione «Natura Verde» ha contestato «mettendo il naso nelle carte» le dichiarazioni positive espresse dal presidente della Regione, Del Turco.
(ha collaborato Melissa Di Sano)