Imprenditrice del Congo resta a Ortona per amore

La storia di una donna di successo che gestisce due aziende: una alimentare e l’altra di cosmetici fatti con l’olio abruzzese e il burro di karité del Burkina Faso

ORTONA. È una bella storia quella della cinquantenne Germaine Etanaka Bombampete, che per amore lascia l’Africa e viene a vivere in Abruzzo, a Ortona. La donna di colore, nativa del Congo, oggi è un’imprenditrice di successo a capo i due aziende: una che si occupa della produzione di olio d’oliva, l’altra di cosmesi naturale utilizzando l’olio del suo frantoio e i prodotti della sua terra d’origine. All’età di 20 anni, Germaine non ha dubbi, la meta è decisa e la giovinezza non concede tempi di attesa, è arrivata l’ora di pensare al suo futuro, in terra straniera. L’ambasciata congolese in Italia le costruisce intorno un abbraccio di sostegno e di solidarietà: Germaine vuole vivere in Italia, per realizzare un progetto di vita all’altezza delle sue aspettative, così da poter studiare, conoscere e lavorare. Prima di approdare ad Ortona, l’imprenditrice raggiunge Perugia, all’Univeristà degli stranieri inizia un percorso di sapere che le aprirà le porte dell’autosostentamento. Arriva a Milano che è la passerella della moda, poi un lavoro più sicuro e continuativo ma anche l’incontro con la sua anima gemella, un abruzzese doc che le farà scoprire e amare una regione del centro Italia, così poco conosciuta all’estero sebbene così ricca per la varietà del suo territorio, per la prelibatezza dei suoi prodotti, per la genuinità della sua gente. Per Germaine tutto ciò che è italiano è bello: è affascinata da questa terra, ed inizia la sua avventura imprenditoriale. Attratta dal profumo, dal sapore e dalla lavorazione dell’alimento italiano per eccellenza, l’olio di oliva, avvia il suo sogno nel cassetto: produrre olio di qualità e «condividere e valorizzare questo prodotto», afferma Germaine, «che in Abruzzo non ha ancora ottenuto il riconoscimento che si merita». Con l’acquisto di una casa circondata da un uliveto e dell’Antico frantoio Bombampete, l’imprenditrice avvia la sua attività che la porta a vivere emozioni mai provate. L’etichetta del frantoio Bombampete si rivela una carta vincente: il prodotto è apprezzato dai gourmant più esigenti. Il gusto d’impresa innato, la spinge a valutare nuovi traguardi dove l’olio d’oliva possa essere ancora protagonista: creare una linea di cosmesi naturale che faccia da trait d’union tra le origini africane e l’Italia. L’olio extravergine di oliva del suo frantoio, l’olio di argan di Agadir e il burro di karitè del Burkina Faso, che nasce dal lavoro di piccole cooperative di donne, diventano quindi gli ingredienti principali di una nuova gamma di prodotti dedicati alla cura della pelle a marchio Villa Eta. Il logo scelto per il brand è ambizioso e ha un valore semantico che va oltre la creatività grafica: l’immagine di Nefertari è l’icona di bellezza fin dalle antiche civiltà quando l’olio d’oliva era già in uso per conservare la pelle e i capelli delle donne in ottima salute. «In tempo di crisi, il suo settore ne ha risentito?»

«La crisi si sente», risponde la donna «soprattutto per noi che non vendiamo il bene di prima necessità. Molti imprenditori grazie a questo momento particolare, cominciano a interessarsi anche al mercato estero, questo fa si che accettino di collaborare anche con gli imprenditori stranieri. Una donna africana che si occupa d’olio, è un fatto insolito, se non unico in Italia. Molti oggi», conclude Germaine, «mi incoraggiano e questo mi dà la forza di continuare a lottare».

Linda Caravaggio

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