In mille per dire no alle biomasse

Corteo contro la centrale: «Vogliamo un serio monitoraggio dell'aria»
TREGLIO. C'era la folla delle grandi occasioni ieri in piazza a Treglio contro la centrale a biomasse di contrada Paglieroni. Un migliaio di persone ha sfilato in corteo partendo dall'area artigianale e tagliando per le campagne fino al cuore del paese. E un coro unico ha riempito le vie del borgo: «No alla centrale». Treglio sembrava piena come nella manifestazione "Borgo Rurale".
Nell'assolato pomeriggio di protesta contro la centrale a biomasse che dovrebbe entrare in funzione entro la fine dell'estate, al posto di salsicce e zuppe tradizionali, però, c'erano striscioni colorati e cartelli, fischietti e mascherine, chitarre e tamburi. Un serpentone colorato di manifestanti che dall'area artigianale alle porte di Lanciano, si è diretto a piedi fino al cuore del paese.
Lungo il percorso una cinquantina di villette ha accolto la manifestazione con striscioni di protesta. Quasi un intero paese, assieme a centinaia di cittadini da Lanciano e dalle zone vicine, ha risposto all'appello dell'associazione Nuovo Senso Civico.
In mezzo ai manifestanti c'erano anche due candidati a sindaco per le amministrative di Lanciano, Mario Pupillo e Pino Valente, con alcuni dei loro candidati consiglieri.
Su uno dei trattori arrivati fino in piazza c'era anche il capogruppo Udc nel Comune di Lanciano, Roberto Gargarella, e poi ancora l'ex senatore Enrico Graziani, protagonista della battaglia contro la Sangro Chimica, le associazioni L'Altritalia, il Comitato referendario per l'acqua pubblica e decine di altri enti e associazioni. "Da Borgo Rurale a Borgo letale", "A noi il fumo a voi l'arrosto", "Bruciate sta cippa": questi sono solo alcuni delle decine di cartelli che hanno sfilato ieri pomeriggio.
Non piace l'idea della centrale. Già l'esistente sansificio, oltre a una densità industriale importante e a una strada provinciale che conta circa 3mila auto al giorno, vengono tollerati a stento dai residenti che lamentano odori nausebaondi, difficoltà respiratorie, polveri. Aggiungere fumi su quelli esistenti per i manifestanti è troppo per un territorio ad alta vocazione agricola.
Sul palco, prima di ogni altro, è voluto intervenire il sindaco, Roberto Doris: «Non farei mai qualcosa che possa arrecare danno alla comunità, l'amministrazione ha solo dato un parere urbanistico al capannone e tutto è stato fatto a norma di legge». Fischiato invece il suo passaggio sui «posti di lavoro che si ottengono con la centrale e sulla fame di energia che ha il territorio».
«L'Abruzzo produce tre volte di più l'energia che consuma», lo smentisce Alessandro Lanci, presidente di Nuovo Senso Civico, «il sindaco si informi. L'energia che ci chiedono di produrre i governanti serve al nord, noi abbiamo già dato: in regione ci sono 553 pozzi di petrolio e di gas di cui 100 in mare. L'aria di Vasto è stata recentemente valutata dall'Arta inquinata ben 10 volte di più di quella di Milano, figuriamoci qui da noi con la Val di Sangro a due passi». Quello che si chiede attraverso la protesta è un «serio monitoraggio dell'aria».
«La centraline nel nostro territorio», continua Lanci, «sono spente dal 2007, vogliamo che gli enti preposti le riaccendano, non basta che la proprietà della centrale dica di aver fatto dei rilievi, è come chiedere all'oste se il suo vino è buono. Perché il Comune non ha chiesto degli approfondimenti alla Provincia e alla Regione prima di dare l'autorizzazione alla centrale?».
Nell'assolato pomeriggio di protesta contro la centrale a biomasse che dovrebbe entrare in funzione entro la fine dell'estate, al posto di salsicce e zuppe tradizionali, però, c'erano striscioni colorati e cartelli, fischietti e mascherine, chitarre e tamburi. Un serpentone colorato di manifestanti che dall'area artigianale alle porte di Lanciano, si è diretto a piedi fino al cuore del paese.
Lungo il percorso una cinquantina di villette ha accolto la manifestazione con striscioni di protesta. Quasi un intero paese, assieme a centinaia di cittadini da Lanciano e dalle zone vicine, ha risposto all'appello dell'associazione Nuovo Senso Civico.
In mezzo ai manifestanti c'erano anche due candidati a sindaco per le amministrative di Lanciano, Mario Pupillo e Pino Valente, con alcuni dei loro candidati consiglieri.
Su uno dei trattori arrivati fino in piazza c'era anche il capogruppo Udc nel Comune di Lanciano, Roberto Gargarella, e poi ancora l'ex senatore Enrico Graziani, protagonista della battaglia contro la Sangro Chimica, le associazioni L'Altritalia, il Comitato referendario per l'acqua pubblica e decine di altri enti e associazioni. "Da Borgo Rurale a Borgo letale", "A noi il fumo a voi l'arrosto", "Bruciate sta cippa": questi sono solo alcuni delle decine di cartelli che hanno sfilato ieri pomeriggio.
Non piace l'idea della centrale. Già l'esistente sansificio, oltre a una densità industriale importante e a una strada provinciale che conta circa 3mila auto al giorno, vengono tollerati a stento dai residenti che lamentano odori nausebaondi, difficoltà respiratorie, polveri. Aggiungere fumi su quelli esistenti per i manifestanti è troppo per un territorio ad alta vocazione agricola.
Sul palco, prima di ogni altro, è voluto intervenire il sindaco, Roberto Doris: «Non farei mai qualcosa che possa arrecare danno alla comunità, l'amministrazione ha solo dato un parere urbanistico al capannone e tutto è stato fatto a norma di legge». Fischiato invece il suo passaggio sui «posti di lavoro che si ottengono con la centrale e sulla fame di energia che ha il territorio».
«L'Abruzzo produce tre volte di più l'energia che consuma», lo smentisce Alessandro Lanci, presidente di Nuovo Senso Civico, «il sindaco si informi. L'energia che ci chiedono di produrre i governanti serve al nord, noi abbiamo già dato: in regione ci sono 553 pozzi di petrolio e di gas di cui 100 in mare. L'aria di Vasto è stata recentemente valutata dall'Arta inquinata ben 10 volte di più di quella di Milano, figuriamoci qui da noi con la Val di Sangro a due passi». Quello che si chiede attraverso la protesta è un «serio monitoraggio dell'aria».
«La centraline nel nostro territorio», continua Lanci, «sono spente dal 2007, vogliamo che gli enti preposti le riaccendano, non basta che la proprietà della centrale dica di aver fatto dei rilievi, è come chiedere all'oste se il suo vino è buono. Perché il Comune non ha chiesto degli approfondimenti alla Provincia e alla Regione prima di dare l'autorizzazione alla centrale?».
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