In silenzio davanti alla fabbrica

Operai Cesi senza stipendio da due mesi. La Cgil: «Momento delicato»

SAN SALVO. In silenzio per ore davanti ai cancelli. Senza cartelli né megafoni. Hanno voluto manifestare così il loro disagio i 110 dipendenti della cooperativa Abruzzo Service-Cesi che si occupa di manutenzione, pulizie civili e industriali, nello stabilimento Pilkington.

Sono in sciopero da ieri, ma non sanno fino a quando. «Da due mesi», spiegano, «non riceviamo lo stipendio. Non vogliono darci nemmeno la tredicesima. Altro che panettone. A Natale non possiamo dare neppure il pane ai nostri figli».

«Stanchi, esasperati e disperati». Si definiscono così i dipendenti della Cesi. Ieri hanno sostato per tutto il giorno davanti ai cancelli dell'industria vetraria, decisi, se necessario a scioperare ad oltranza. «Chiediamo quello che ci spetta di diritto. I nostri stipendi», dicono.

Dalla loro parte si sono schiarati i delegati sindacali delle Rsu e il comitato degli iscritti della Filctem Cgil. «Non possiamo fare altro che esprimere la solidarietà ai lavoratori della Cesi. Il momento è delicato e grave, ma a nessuno è permesso ledere la dignità dei lavoratori», scrive in una nota la Filctem.

Dopo aver ricordato che la Costituzione afferma che l'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, il sindacato ricorda che tutti i lavoratori hanno diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro che ne assicuri un'esistenza libera e dignitosa.

Il sindacato chiede alla Pilkington di attivarsi affinché la società appaltatrice provveda a distribuire prima possibile gli emolumenti arretrati. Anche la segreteria provinciale della Cgil si associa alle Rsu.

«Invitiamo i responsabili della Pilkington, visto che la loro è una responsabilità sociale, ad aprire un tavolo di lavoro dove siano coinvolte tutte le parti in causa. Il problema va risolto al più presto», scrive la Filctem di Chieti. (p.c.)

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