CASOLI

Inglese uccisa in casa, il 74enne resta in carcere

La magistratura londinese respinge l'istanza di scarcerazione dell'inglese Michael Whitbread. Il movente del delitto sarebbe legato a una relazione con un'altra donna

CASOLI. La magistratura di Londra ha respinto l'istanza di scarcerazione dell'inglese Michael Whitbread, 74 anni, agli arresti in Inghilterra dal primo novembre 2023 perché accusato di aver ucciso la compagna, la connazionale Michele Faiers, 66 anni, nella casa dove i due vivevano a Casoli (Chieti). A fare la macabra scoperta, in contrada Verratti, fu un'amica che non sentiva la donna da tre giorni. I giudici hanno fissato al 13 marzo un'ultima udienza, dinanzi alla Westminster Court, per decidere l'estradizione dell'indagato in Italia, come chiesto dal procuratore capo di Lanciano (Chieti), Mirvana Di Serio.

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Nell'occasione sarà di nuovo sentito l'indagato, sua figlia come teste, e sarà meglio analizzato il corposo dossier sulla vicenda giudiziaria; inoltre il difensore d'ufficio in Italia, l'avvocato Massimiliano Sichetti, dovrà far pervenire alla Corte un parere legale su come è istruito il processo a Lanciano (Chieti) certificando che le indagini non sono ancora chiuse e non c'è ancora stato rinvio a giudizio.

Nel frattempo, il 5 febbraio scorso il Ris di Roma ha iniziato le operazioni peritali per l'analisi degli elementi sequestrati. Quindi ci saranno accertamenti sull'arma del delitto, un coltello da cucina in alluminio che è stato completamente lavato. Dal mandato di arresto internazionale sono emersi ulteriori elementi.

Il movente dell'omicidio sarebbe la scoperta, da parte di Faiers, della relazione che Whitbread aveva con un'altra donna. L'uomo sarebbe stato visto scappare di notte, con l'auto già pronta fuori casa, per poi partire per Londra. In base alle registrazioni di una telecamera posta davanti alla villetta di Casoli nessun altro è entrato nell'abitazione finchè la donna era viva. Per la Procura, quindi, solo Whitbread può essere l'assassino. Accertamenti in corso anche su telefoni, tablet e pc sequestrati in casa. Perizia affidata all'informatico forense Cristian Franciosi.