Investì e uccise l’ex pugile Cianconi: automobilista 47enne rischia il processo

La vittima, ex campione italiano di boxe nel 1970, travolta sulle strisce pedonali. La procura chiede il rinvio a giudizio di un teatino. Il 9 giugno il caso davanti al giudice
CHIETI. Rischia il rinvio a giudizio per omicidio stradale il 47enne teatino che il 14 dicembre 2023 ha travolto alla guida della sua auto il 73enne teatino Gianfranco Cianconi, campione italiano di pugilato nel 1970 (categoria Élite), mentre attraversava sulle strisce pedonali. L’uomo è morto lo scorso 27 maggio, dopo cinque mesi d’ospedale. Il giudice per le indagini preliminari Andrea Di Berardino ha fissato ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo 9 giugno dopo la richiesta di processo presentata dal pm Giancarlo Ciani.
I familiari del 73enne – Denis, Monia, Renata, Giuliano e Claudio Cianconi – già individuati come persone offese, potranno costituirsi parte civile e chiedere un risarcimento danni. I familiari della vittima sono assistiti dagli avvocati Giancarlo Rocchetti e Italo Colaneri, è stato nominato anche un consulente di parte nella persona di Paola Vellante. Il 47enne è difeso dall’avvocato Maria Rita Salute. L'incidente è avvenuto in via dei Marsi, all’incrocio con via dei Palmensi, in zona Tricalle.
L’auto percorreva la strada in direzione via Picena-via dei Frentani, mentre il pedone, come hanno ricostruito gli inquirenti, stava attraversando la strada, «sulle strisce pedonali da destra a sinistra». I soccorsi sono subito scattati, l’anziano è stato trasportato con l’ambulanza del 118 nel vicino pronto soccorso del Santissima Annunziata, dove gli esami hanno confermato un quadro clinico di una certa gravità, diagnosticando un trauma cranico, una emorragia sottotecale destra e sinistra, una frattura della piramide temporale dell’osso parietale e anche la frattura del bacino e di due vertebre.
Da qui il ricovero nel policlinico teatino. Successivamente è stato disposto il trasferimento del paziente in una clinica per la riabilitazione. Ma, a distanza di qualche tempo, è stato necessario il ritorno in ospedale. Qui le condizioni del 73enne si sono ulteriormente aggravate, fino alla morte. La tesi del pubblico ministero è che il decesso sia stato causato da «complicazioni riferibili all’incidente stradale». Di qui l’ipotesi di reato a carico del 47enne teatino di omicidio stradale. Nel corso dell'inchiesta è stata anche valutata la correttezza delle cure alle quali è stato sottoposto il paziente nel corso dei cinque mesi di ricovero sia in ospedale che nella struttura di riabilitazione.
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