piano di dismissioni

L’Assofarm: la giunta non venda la farmacia comunale

VASTO. «Sbagliato disfarsi delle farmacie comunali solo per fare cassa. Non solo perché ci sono buone possibilità che in futuro i loro bilanci tornino a generare entrate per i Comuni, ma anche...

VASTO. «Sbagliato disfarsi delle farmacie comunali solo per fare cassa. Non solo perché ci sono buone possibilità che in futuro i loro bilanci tornino a generare entrate per i Comuni, ma anche perché già oggi assolvono a importanti compiti sociali e sanitari nelle comunità locali». L’Assofarm, l’associazione che raggruppa le aziende e i servizi farmaceutici, esprime la propria contrarietà alla vendita della farmacia Histonium, sulla Circonvallazione Istoniense, inserita nel piano delle dismissioni comunali tra i 21 beni che l’amministrazione vuole mettere all’asta.

«È noto che la maggior parte delle aste di vendita vanno deserte, a meno che gli enti proprietari non optino per una marcata svendita di un patrimonio costruito negli anni con ingenti investimenti di risorse pubbliche», afferma il presidente Venanzio Gizzi, «comprendiamo appieno le difficoltà degli amministratori locali, quotidianamente stretti tra drammatici e crescenti bisogni di welfare essenziale e una progressiva riduzione delle risorse a loro disposizione. Ma le esigenze di cassa raramente vengono soddisfatte dalla vendita delle farmacie comunali, il cui valore di mercato è oggi ai minimi storici e in larga parte determinato dalla loro bassissima redditività. Questo è sicuramente noto alla maggior parte dei sindaci, giunte e consigli comunali, che ogni anno ascoltano le relazioni di bilancio delle aziende farmaceutiche. Non siamo però sicuri che chi ha una qualche responsabilità nella proprietà delle farmacie comunali conosca nel dettaglio le ragioni del crollo della redditività di uno strumento che fino a pochi anni fa occupava un ruolo d’onore nei bilanci comunali».

Secondo l’Assofarm, che si dilunga in una attenta analisi, «i tanti tentativi di vendita delle farmacie comunali che non hanno avuto esiti o hanno prodotto entrate sensibilmente più basse delle aspettative, devono spingere a cambiare prospettiva. Gli spazi per un rilancio ci sono. Primo fra tutti quanto contenuto nel famoso “Cresci Italia”, che offre la possibilità di nuove aperture in alcuni spazi geografici di grande interesse, come stazioni ferroviarie, aeroporti, porti, aree di soste autostradali, centri commerciali. Si tratta di occasioni che debbono essere studiate con grande attenzione, ma che in larga parte sono coerenti con i trend di mutamento della vita urbana dei cittadini».

Anna Bontempo

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