La città perde l’Archivio di Stato

3 Maggio 2014

La sede di viale Cappuccini non è a norma: gli uffici a Chieti. Il sindaco: vado in Procura e denuncio tutti

LANCIANO. È scattata la chiusura dell’Archivio di Stato di Lanciano, sezione di Chieti, disposta dalla Direzione generale archivistica di Roma. L’abbandono, da ieri, della sede di viale Cappuccini viene motivato come necessario per motivi di sicurezza, in quanto la sede è senza gli impianti antincendio richiesti dalla severissima normativa vigente, e prescritti dal comando provinciale dei vigili del fuoco. Questa prescrizione ha scatenato un piccolo terremoto nella finora tranquilla sezione archivistica, frequentata da ricercatori di storia locale del comprensorio del Sangro-Aventino, privati cittadini e qualche studente in procinto di laurearsi con tesi di carattere storico. Un terremoto che, però, ha investito in pieno la Direzione provinciale dell’Archivio di Stato, coordinata da Miria Ciarma, che già da tempo sta cercando un luogo più adatto.

Si è fatta avanti la Carichieti che ha offerto gratuitamente i propri locali di Ortona, ma è una soluzione che non piace agli utenti lancianesi e neanche ai funzionari di viale Cappuccini, che vedrebbero allontanarsi dal centro della Frentania quello che è, secondo il ricercatore e animatore culturale Giacomo De Crecchio, «il cuore della nostra cultura».

Proprio ieri mattina De Crecchio e altri utenti come Nicola Fiorentino, Vincenzo Libertini e Vincenzo Aquilante, si sono incontrati in viale Cappuccini a discutere animatamente del futuro dell’Archivio lancianese, e della necessità di spostarlo in via Del Mancino, in un capannone - da ristrutturare - messo a disposizione dalla Sangritana, che lì ha già installato il proprio archivio aziendale, vicino alla biblioteca Liberatore e al polo museale. Si verrebbe a creare, ha aggiunto De Crecchio, un vero polo culturale. De Crecchio ha poi polemizzato duramente proprio con «la città di Lanciano, disattenta da molti anni alla propria storia».

È intervenuto, a sorpresa, il sindaco Mario Pupillo, che ha minacciato fuoco e fiamme contro chi vuole togliere l’Archivio di Stato da Lanciano: «Stiamo assistendo a una interruzione di pubblico servizio», ha detto, «e lunedì mattina andrò in Procura per denunciare questo fatto. È ora di porre una frenata alla desertificazione culturale di questa città».

Sulla vicenda interviene anche la Uil beni culturali con il vicesegretario Giuseppe La Spada. «La Uil», sostiene La Spada, «ritiene che la chiusura dell’Archivio di Stato di Lanciano arrecherebbe non pochi disagi al personale che sarebbe costretto a raggiungere quotidianamente Chieti. L’aspetto più grave è che verrebbe sottratto un servizio importante a Lanciano. Uil e Cisl hanno chiesto un incontro urgente con la Direzione dell’Archivio di Stato di Chieti e sono mobilitate per scongiurare l’ipotesi della chiusura di Lanciano».

Ma la chiusura, «temporanea», secondo la direttrice Ciarma, avviene per motivi di sicurezza. Il materiale viene prelevato da una ditta specializzata, la Sem Global Service, che lo custodirà per sei mesi nei suoi depositi. Nel frattempo si attende una risposta ufficiale della Sangritana sul tipo di locazione da offrire all’Archivio di Stato.

Gino Melchiorre

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