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La festa del lavoro che non c’è Sit-in alla Golden Lady

GISSI. Non è stato un giorno di festa ma una commemorazione quella organizzata dai 300 dipendenti della ex Golden Lady il 1° maggio davanti alla fabbrica chiusa di contrada Terzi. Con il lutto al...

GISSI. Non è stato un giorno di festa ma una commemorazione quella organizzata dai 300 dipendenti della ex Golden Lady il 1° maggio davanti alla fabbrica chiusa di contrada Terzi.

Con il lutto al braccio i lavoratori hanno espresso il dolore e il rammarico per il “decesso” della prima riconversione e il difficile travaglio della seconda. I lavoratori della ex fabbrica di calze sono diventati l’emblema del declino della Val Sinello e del Vastese. «Siamo soprattutto la dimostrazione che le promesse se non vengono accompagnate dai fatti non servono a niente», hanno dichiarato amareggiati alcuni lavoratori postando su Facebook le foto del loro silenzioso e mesto sit-in. Un silenzio che grida indignazione.

Dopo mesi di lotta i lavoratori e i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil sono riusciti a far azzerare la prima riconversione ma restano molti problemi da risolvere. La seconda riconversione fino ad oggi ha prodotto solo una richiesta da parte di un’azienda che ricicla capi usati ma che al massimo potrà riassorbire 60 lavoratori. Per altri 240 dipendenti licenziati per due volte in due anni il futuro offre il nulla.

E nelle loro stesse condizioni si trovano centinaia di altri lavoratori della stessa area industriale passata da simbolo di produttività a simbolo di recessione, abbandono e spopolamento. «La Val Sinello è in rianimazione. La prognosi è riservata e non è detto che si salvi», annotano i residenti. L’auspicio è che prima dell’estate si riesca a trovare una valida soluzione anche per il Pantalonificio e per tutte le aziende in agonia. (p.c.)

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