Palmoli

La garante dell’infanzia visita la famiglia nel bosco: «I bimbi sono sereni, fiducia nel giudizio del tribunale»

16 Novembre 2025

De Febis ricevuta dalla famiglia anglo-australiana di Palmoli: «Hanno offerto grande collaborazione». L’appello: «Troppa pressione mediatica, ci sono tv accampate lì attorno. Rispetto per la privacy»

«Lasciamoli tranquilli. I piccoli vanno tutelati, hanno diritto alla serenità». La casa nel bosco, avvolta dalle fronde degli alberi, a pochi chilometri da Palmoli, nel Vastese, racconta di tempi lontani. Di vita rurale a contatto con la natura, come nelle narrazioni antiche del passato. Per raggiungere il luogo scelto dalla famiglia anglo-australiana per vivere e crescere tre bimbi – una femminuccia di otto anni e due gemelli di sei – bisogna avventurarsi su per la collina e percorrere un sentiero sterrato. Da lungo tempo la decisione di vivere lontano dalla città, senza servizi igienici, gas e acqua corrente ha acceso i riflettori su una realtà finora celata agli occhi del mondo. La garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Regione Abruzzo, Alessandra De Febis, ha fatto visita alla famiglia. Il secondo incontro a distanza di quindici giorni.

Avvocato, che situazione ha trovato?

«Non sono salita da sola. All’incontro erano presenti anche la curatrice dei tre minori, l'avvocato Bolognese, il difensore della famiglia, l’avvocato Giovanni Angelucci, e il tecnico di parte, l’ingegnere ambientale Di Muzio».

Perché?

«Come noto, il caso è affidato al Tribunale per i minorenni dell’Aquila, un organo competente e attento a tutelare i diritti dei fanciulli, in cui ripongo piena fiducia per l’adozione dei provvedimenti del caso. Quanto alla situazione familiare, ho potuto constatare una grande collaborazione: i genitori si sono resi disponibili a valutare la possibile soluzione ambientale proposta dal tecnico Di Muzio, che ha già preso opportuni contatti con il Comune di Palmoli».

Cosa intende per soluzione ambientale?

«Una soluzione tecnica per ovviare all’assenza dei servizi igienici. Tutto, al momento, avviene all’aperto, senza l’utilizzo di un bagno: si comprende come sia una vita a contatto e nel rispetto della natura».

Lei è stata contatta anche da un’associazione nazionale che si occupa di salute mentale.

«Sì. Temono che l’intervento istituzionale sui minori e sul nucleo genitoriale provochi un grave trauma, con un concreto rischio per l’equilibrio psicologico dei bambini».

È quel che sta accadendo?

«Ho effettuato questa seconda visita a 15 giorni dalla prima. Con un motivo ben preciso: a me interessa che sia rispettata la privacy di questi bambini».

Non lo è?

«Al momento no. Costantemente, intorno all’abitazione, c’è la presenza di giornalisti accampati e tv nazionali, che si collegano in diretta. Una situazione che inizia a destare preoccupazione. L’interesse dei media ha prodotto una petizione con oltre 15mila firme, benissimo, ma serve rispetto affinché questo bambini non vengano allontanati dalla famiglia...».

Ma?

«Questo non giustifica la violazione della privacy di minori la cui responsabilità, oggi, è affidata a una curatrice. Quella dei media è una presenza costante e massiccia che modifica lo stile di vita scelto dai genitori: i bambini hanno il diritto di vivere una vita privata, di crescere in un ambiente protetto».

Si rischia di ledere la privacy e la serenità dei bambini?

«La tutela della vita e dell’interesse dei bambini costituisce la priorità assoluta: non bisogna turbare ulteriormente la loro tranquillità. Rivolgo un appello a tutti gli attori coinvolti e all’opinione pubblica affinché si eserciti un’attenta riflessione e si garantisca il massimo rispetto della privacy dei minori».

È stata nominata una curatrice, il Tribunale per i minorenni dell’Aquila si esprimerà a breve. Lei comprende qual è il clamore...

«La curatrice è stata nominata da più di un anno dal Tribunale per i minorenni, in virtù della sospensione della responsabilità genitoriale: significa che tutte le scelte più importanti che riguardano i tre bimbi vengono adottate da lei. La storia di questa famiglia nasce quando, a causa di un’intossicazione dopo aver mangiato funghi raccolti, si sono recati in ospedale. Da lì è partito il monitoraggio ed è stato segnalato il caso».

Come stanno i bambini?

«Venerdì non ho avuto modo di parlare molto con i bimbi, in quanto era già tardi. Si alzano alle 6 e vanno a dormire alle 18, ma nella prima visita sono stata con loro quasi un’ora e mezza. La famiglia aveva rassicurato i piccoli, dicendo che ero un’amica».

È servito?

«Certo! Mi hanno accolta con il sorriso: erano liberi, serenissimi. Mi ha colpita la fantasia nel gioco, sono molto complici tra loro. La bambina più grande mi ha raccontato come si svolge la giornata e quando sono andata via mi hanno regalato due castagne. Un regalino fatto con il cuore. Il loro è uno stile di vita completamente diverso dal nostro. Credo che vada rispettato».

Sbaglio o le hanno regalato anche altro?

«Un foglio bellissimo, con su scritto il nome della bimba di otto anni e il mio. Lo conservo accuratamente, come un dono prezioso. È autentico come la loro vita, circondati da animali e immersi nella natura».

Non la preoccupa l’aspetto educativo?

«Sono bambini molto educati, anche empatici con me. Eppure mi hanno vista solo un paio di volte. Mi giravano attorno, mi hanno portata in una piccola capanna, interamente costruita da loro. Ho fatto i complimenti alla più grande e lei si è schermita: ha detto che non servivano lodi perché è normale saper fare questo».

E lo studio?

«Per il percorso di apprendimento vengono seguiti tramite home schooling con il supporto di un’insegnante privata molisana».

Che idea si è fatta di tutta la situazione?

«Un’idea ce l’ho, ma preferisco tenerla per me. Soluzioni, al momento, non ne ho. Ma una cosa posso dirla: in questa fase cruciale per la famiglia, con i riflettori di tutti puntati addosso, è necessario rispettare la loro scelta di vita e lasciare al Tribunale per i minorenni dell’Aquila la facoltà di acquisire tutte le informazioni utili per adottare il provvedimento più adatto per questi bimbi».

Lei è stata chiara: lasciamoli in pace...

«L’invito che ho voluto fare, come Garante dei diritti dell’infanzia, è a rispettare la privacy dei minori».

I piccoli stanno risentendo di questo clamore?

«Adesso sono serenissimi. I genitori, invece, sono ben consapevoli dei rischi che corrono, ma non hanno timori. Il loro stato d’animo è tranquillo, di grande consapevolezza. Il mio ruolo, tuttavia, non è ricondotto ai genitori, non sono io che posso intervenire, ma alla tutela dei tre piccoli e alla salvaguardia del loro benessere e della serenità. È ovvio che la vicenda non si concluderà a breve. Tutte queste pressioni, anche mediatiche, non facilitato».

Un invito a spegnere i riflettori?

«Lasciamo vivere la loro vita senza intrusioni».