La Pilkington taglia 32 colletti bianchi in ufficio si sta in due

San Salvo, gli impiegati trasferiti in Germania e Spagna porto senza binari: per gli ordinativi preferita la Polonia

SAN SALVO. Il trasferimento degli impiegati in Polonia, Germania e Spagna non è più solo un’ipotesi. Trentaquattro colletti bianchi, impiegati negli uffici amministrativi e servizio logistica della Pilkington, hanno iniziato a lavorare in altre sedi europee. A San Salvo sono rimasti solo un paio di dipendenti. «L’ufficio non è stato comunque smantellato come avrebbe voluto fare la capogruppo Nsg, ma ridotto al minimo in attesa di tempi migliori», dicono le Rsu.

La ripresa tarda ad arrivare e il porto di Punta Penna resta una chimera. Lo stabilimento polacco, concorrente “interno” della Pilkington, si è aggiudicato un importante ordinativo arrivato dalla Serbia per colpa della logistica. Nessuno sa con certezza cosa accadrà a fine anno. Pilkington, come aveva annunciato prima delle ferie estive, porta avanti il piano anti-crisi suddiviso in tre punti: razionalizzazione, revisione dei piani di investimento e riduzione dell’organico. Grazie ai contratti di solidarietà sono stati scongiurati 600 esuberi. Lo stabilimento abruzzese ha però perso una parte importantissima.

Domai le Rsu incontrano i dirigenti del colosso vetrario per programmare eventuali nuove fermate collettive. È probabile che la prima settimana di stop arrivi a fine mese. Sono sempre di più le famiglie che vivono nell'assoluta incertezza. E dalle scelte di Pilkington dipendono anche quelle di decine di aziende dell’indotto. Diverse piccole realtà industriali di San Salvo e di Punta Penna stanno seriamente pensando di trasferirsi in Polonia. Qualcuna ha già aperto succursali nei Paesi dell’Est.

«E intanto in Abruzzo i politici continuano a litigare sui porti. Senza Punta Penna l’industria del Vastese è destinata a morire», ripetono Cgil, Cisl e Uil. «Prolungare di duecento metri i binari della ferrovia che permetterebbero alle industrie di arrivare con la merce fino in porto non è un suggerimento. È una necessità», insiste Franco Zerra, segretario provinciale della Cisl. «Basta promesse. Occorrono azioni concrete per evitare la fuga dell’industria. La concorrenza si combatte con i fatti», aggiungono Cgil e Uil.

E intanto la concorrenza aumenta. L’industria vetraria produrrà 8 milioni di vetrature l’anno nello stabilimento di Cowlei Hill, nel Regno Unito. Il sito dovrebbe entrare in funzione entro fine mese. Il progetto è stato realizzato grazie a un sussidio di 5 milioni di sterline dell’Uk regional grow fund. Creerà 50 nuovi posti di lavoro. «Serve un colpo di reni della politica. Nsg e Pilkington vanno riconquistate con i fatti. Basta discutere sul porto di Punta Penna. È il momento di passare ai fatti», ripetono le segreterie di Cgil, Cisl e Uil.

Paola Calvano

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