La Provincia taglia cinque dirigenti Tavoletta: così saremo più efficienti

E’ scontro sul provvedimento di ottimizzazione delle risorse. Il Pd: spoil system mascherato.

CHIETI. Dal primo febbraio le figure dirigenziali della Provincia passeranno da 13 a 8. La giunta Di Giuseppantonio punta a ottimizzare l’impiego delle risorse umane e economiche dell’ente con la delibera di giunta numero 354 del 28 dicembre scorso. «Una misura», spiega l’assessore provinciale al personale, Silvio Tavoletta, «che renderà più efficiente l’organizzazione e garantire risposte più rapide. Abbiamo sdoppiato l’ambito dei lavori pubblici, staccando la competenza sulla viabilità da quella su edilizia e sicurezza dei lavori, per non sovraccaricare gli uffici come in passato». Resta in piedi il settore del personale, Urp e semplificazione amministrativa mentre vengono riuniti ambiti come turismo, sport, politiche giovanili e sociali.

Per il centrosinistra, il provvedimento è una sorta di spoil system mascherato. «Non ci sarà alcun risparmio concreto», sostiene il capogruppo del Pd, Camillo D’Amico, «verrà ridimensionato anche il sistema bibliotecario provinciale. Di fatto» prosegue D’Amico, «scompare un solo dirigente, prima ce n’erano 13 di settore, oggi ci sono 11 dirigenti, con 8 settori e 3 macroaree. In più viene reintrodotta la figura del direttore generale, da noi eliminata». Tavoletta smentisce l’ipotesi di tre macroaree e annuncia una conferenza per la prossima settimana.

Intanto, il centrosinistra ha chiesto un incontro urgente al presidente Di Giuseppantonio, per chiarire l’intera vicenda. Con la delibera di fine dicembre sarebbe a rischio anche il sistema bibliotecario provinciale, nato dieci anni fa, che oggi conta 76 biblioteche affiliate e l’86 per cento della popolazione servita. «La manovra», riprende D’Amico, «danneggia gli utenti più giovani e le zone interne. C’è il timore che molte biblioteche chiudano. Sembra una scelta volta a punire qualcuno, nella più becera attuazione dello spoil system, piuttosto che innovare e migliorare l’esistente». Anche il presidente del sistema bibliotecario, Terzio Di Carlo, teme per il futuro della istituzione a capo del sistema e lo scrive in una lettera inviata agli amministratori provinciali.

L’assessore Mauro Petrucci ribatte: «Sono preoccupazioni infondate. Il sistema bibliotecario rimarrà strutturato come lo era prima». Cambia soltanto che nell’ente la cultura e l’ambito bibliotecario prima erano riuniti in un unico settore, con a capo Francesco Lullo. Da febbraio, la cultura passa al settore formazione e il secondo va alla presidenza dell’ente. «L’unica novità è che a capo di questo ambito non ci sarà più un dirigente esclusivo», assicura Tavoletta, «il sistema e l’istituzione rimangono un fiore all’occhiello, e saranno potenziate, conservandone l’autonomia gestionale».