La rabbia dei 126 Oss licenziati: «Davanti alla Asl con le tende»

I dipendenti rimasti senza lavoro preparano manifestazioni eclatanti contro l’azienda sanitaria I sindacati: «Il primo passo è il ricorso al Tar». Annunciate proteste di fronte agli uffici di Schael
CHIETI. C’è chi ha aperto un mutuo, chi è stato sfrattato da casa e ora vive in un bed&breakfast, chi deve trovare i soldi per pagarsi le visite mediche e chi si chiede come potrà andare avanti. Da ieri, 126 operatori socio-sanitari (Oss) della Asl Lanciano Vasto Chieti hanno perso il lavoro: sono stati mandati a casa a pochi giorni dal requisito necessario per la stabilizzazione del contratto, molti senza aver smaltito neppure le ferie e, soprattutto, dopo aver vissuto l’inferno nelle corsie ospedaliere durante il periodo dell’emergenza sanitaria. Dopo cinque presidi – l’ultimo giovedì davanti alla sede della Regione all’Aquila – gli Oss chiedono di essere riassunti e annunciano l’ennesima protesta davanti agli uffici del direttore generale Thomas Schael.
I SINDACATI
In questi mesi di manifestazioni accese, i precari della sanità teatina hanno avuto l’appoggio anche delle sigle sindacali scese più volte in piazza. Al loro fianco ci sono Giuseppe Rucci per la Fp-Cgil Chieti, Vincenzo Pace per Nursind, Romeo Pasquarelli per Usb e Milhem Chaled per Nurising up. I sindacalisti sono sul piede di guerra perché «l’azienda sanitaria ha mandato a casa 126 Oss», denuncia Pace, «tramite le agenzie del lavoro stanno cercando nuovo personale perché in carenza. Noi procediamo con il ricorso al Tar». Appena qualche giorno fa, la direzione generale dell’azienda sanitaria ha scritto una nota, indirizzata agli Oss e ai sindacati, in cui si impegna «nel rispetto del piano triennale dei fabbisogni del personale 2024/2026 a ogni possibile e utile opportunità offerta dalla vigente legislazione, tesa alla salvaguardia di posizioni già definite».
«SERVONO FATTI»
Con la legge 234 del 30 dicembre 2021 la direzione generale punta ad «avviare procedure selettive per il reclutamento del personale da impiegare per l’assolvimento delle funzioni reinternalizzate, provvedendo alla valorizzazione, anche attraverso una riserva di posti non superiore al 50 per cento di quelli disponibili, del personale impiegato in mansioni sanitarie e sociosanitarie» e che hanno prestato servizio nel periodo compreso tra il 31 gennaio 2020 e 31 dicembre 2021, con almeno tre anni di servizio. Si accende, quindi, una luce in fondo al tunnel che però non quieta gli animi dei dipendenti. «A questi annunci vogliamo i fatti», dice Pasquarelli, «non ci fermeremo qui perché è inaccettabile che dei lavoratori, definiti come eroi, vengano scaricati a casa. A queste famiglie servono certezze economiche: metteremo in campo procedure legali». Aggiunge Rucci: «La nota della Asl è solo il risultato di tutti i presidi che abbiamo fatto. Questi licenziamenti sono una beffa perché molti di loro non sono riusciti a smaltire le ferie durante il periodo contrattuale per questioni di servizio e non saranno pagate».
LE STORIE
Dietro a presidi e parole, però, ci sono 126 Oss con le loro famiglie, difficoltà e figli a carico. «Mi stanno togliendo l’opportunità di lavorare», grida Serafina Natalina Di Valentino, per 17 mesi Oss della Asl teatina, «sono stata sfrattata da casa e ora vivo in un bed&brekfast. Sono stata lasciata in mezzo a una strada dopo aver lavorato durante il Covid. È stato un periodo tragico: non potevo tornare a casa perché avevo paura di contagiare mia madre che è anziana». Anche Cinzia Di Paolo, 52 anni, non è riuscita a ottenere il requisito necessario alla stabilizzazione: «Ho lavorato durante il Covid, a maggio 2021 sono stata rimandata a casa e ho cercato di fare altri lavori. Dopo un anno, sono stata richiamata con un avviso e ora sono di nuovo senza lavoro. Devo aggiustare casa e ho due figli a carico. Qui si sta giocando con il sudore e la dignità delle persone». All’orizzonte, c’è l’ennesima protesta degli Oss: «Ci metteremo con le tende davanti agli uffici di Schael. Noi vogliamo il nostro posto di lavoro». (cr.ch)
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