lettera al ministero

La Sangritana offre i locali all’Archivio di Stato

LANCIANO. L’Archivio di Stato potrebbe trovare casa nei capannoni della Sangritana, in via Del Mancino. La società di trasporto regionale si è ufficialmente candidata a dare ospitalità alla sezione...

LANCIANO. L’Archivio di Stato potrebbe trovare casa nei capannoni della Sangritana, in via Del Mancino. La società di trasporto regionale si è ufficialmente candidata a dare ospitalità alla sezione lancianese dell’Archivio di Stato di Chieti, che dovrà lasciare i locali attualmente occupati in viale Cappuccini. Il presidente della Sangritana, Pasquale Di Nardo, ha scritto al ministero dei Beni culturali per offrire la disponibilità dei capannoni di via Del Mancino, dietro il pagamento di un canone di affitto. In questo modo non verrebbe solo scongiurato un trasferimento a Ortona - dove la Carichieti aveva messo a disposizione la propria ex sede - ma l’Archivio di Stato si verrebbe a trovare in una posizione centrale, preferita all’ipotesi di un trasloco negli uffici dell’Ente Fiera in contrada Iconicella.

«Lo spazio che la Sangritana potrebbe destinare all’Archivio di Stato è delle giuste dimensioni e si inserirebbe in un contesto di “Polo museale della mobilità” insieme al museo dei mezzi e all’archivio storico della nostra azienda», spiega il presidente Di Nardo, «con spazi rinnovati in cui troveranno posto l’auditorium, il parcheggio interrato e la metro di superficie. Si tratta, inoltre, di spazi attigui al parco Villa delle Rose e prospicienti la biblioteca comunale Villa Marciani, nonché in linea con il polo museale di Santo Spirito. Il progetto tram-treno, poi, rivoluzionerebbe anche urbanisticamente il centro della città e tutta la ex strada ferrata, che tornerebbe ad unire cinque comuni in una unica offerta di mobilità sostenibile». Negli stessi spazi potrebbe trovare posto anche l’archivio del Comune.

L’attenzione sul destino della sezione lancianese dell’Archivio di Stato, distaccata da Chieti 49 anni fa, resta comunque alta in città. Vi sono conservati documenti notarili, registri e carteggi di monasteri, confraternite, documentazioni processuali e archivi privati come quelli delle famiglie de Riseis e Berenga, una mole di documenti che partono dal 1511 e tracciano, anche attraverso immagini e mappe, la storia della città. (s.so.)

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