sanità pubblica

Lanciano, malati di tumore senza trasporto

La Asl taglia il servizio per chi fa le terapie a Chieti e Campobasso. Pazienti costretti a saltare le sedute

LANCIANO. Stupore, lacrime e rabbia per decine di malati oncologici frentani a cui da ieri, di netto, è stato tagliato il servizio di trasporto verso gli ospedali di Chieti e Campobasso, dove effettuano le radioterapie. La decisione, presa dalla Asl, di sospendere il servizio trasporto ai malati di tumore, effettuato dalla cooperativa Croce Gialla di Lanciano, ha lasciato letteralmente a piedi i malati che, oltre a doversi spostare per fare le terapie, ora hanno anche la zavorra di dover trovare i mezzi per raggiungere i vari ospedali.

«Sono vedova e sola. Ho 74 anni, come faccio da santa Maria Imbaro ad andare a Chieti per le terapie?», chiede un’anziana, «e soprattutto chi mi fa recuperare la seduta di oggi che sono stata costretta a sospendere?». «Ho fatto già 24 sedute di radioterapia», le fa eco una paziente di San Vito, «tutti i giorni a Chieti e me ne mancano sei, come farò a farle? Non sono in condizione di poter viaggiare con i mezzi, sono sola. E poi non è giusto che si sospenda un servizio così delicato di netto, lasciandoci tutti nel caos».

Disagi anche peggiori per gli utenti che la Croce Gialla accompagnava a Campobasso. «Per me e per un 74enne la sospensione è una beffa doppia», racconta una donna di 47 anni, «perché abbiamo iniziato ieri la radioterapia a Campobasso, visto che a Chieti i tempi di attesa sono lunghissimi e a Pescara il servizio pare sia bloccato. E già siamo costretti a sospenderlo perché non abbiamo chi possa accompagnarci. Qui non stiamo giocando, non si tratta di viaggi di piacere”.

Disagi enormi, difficoltà nelle difficoltà, ma dalla Asl fanno sapere che al problema non c’è soluzione: la decisione di sospendere il servizio non è revocabile e , anzi, doveva essere presa anni fa.

«Quella di Lanciano era una situazione anomala che andava sanata», spiegano dall’azienda, «non c’è nessun riferimento normativo, nessuna legge che giustifica il trasporto dei malati oncologici a carico della Asl. Non è previsto neanche nei Lea (livelli essenziali di assistenza, ndc) come è, invece, per i dializzati. Solo a Lanciano da anni vigeva questo servizio, che alla Asl costa circa 30mila euro al mese. Capiamo il dolore e il disagio dei pazienti, ma non si possono ignorare così le leggi». (t.d.r.)

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