Lanciano, muore dopo l'antibiotico: oggi l’addio a Marconetti

Il funerale del 46enne stroncato da uno shock anafilattico alle 15 a San Pietro, ieri la veglia organizzata dagli amici

LANCIANO. L’ultimo gesto di amore è stato quello di donare le cornee. Filippo Marconetti, il 46enne morto, lunedì, dopo una puntura di antibiotico che gli ha provocato uno shock anafilattico, ha dimostrato il suo altruismo fino in fondo. Il consenso al prelievo, avvenuto nella tarda serata di lunedì è stato dato dai familiari, nonostante fossero stravolti dall’improvvisa scomparsa del giovane papà. L’intervento è stato eseguito dall’équipe composta dall’oculista Alessio Liberatoscioli, dall’anestesista Rosalia Di Martino e dal coordinatore trapianti Fabrizio Fumarola, che hanno poi inviato le cornee alla Banca degli Occhi dell’Aquila. Un gesto nobile da parte della famiglia che in pochi minuti, nel giorno della festa del papà, si è trovata al centro di una tragedia.

leggi anche: Lanciano, prende l’antibiotico e muore a 46 anni  Fatale per Marconetti lo shock anafilattico dopo l’iniezione del farmaco. L’uomo lascia due figli, donate le cornee

Una morte improvvisa e sconvolgente quella di Marconetti, tanto da pensare, inizialmente, a un’autopsia per chiarirne le cause. Idea, poi, subito abbandonata. Filippo Marconetti, agente immobiliare e amministratore di condominio, lunedì dopo pranzo ha fatto una puntura di antibiotico per curare una bronchite. Dopo pochi secondi è riuscito solo a dire alla moglie Alba di chiamare il 118, prima di perdere i sensi. All’arrivo i sanitari gli hanno somministrato adrenalina e cortisone e poi lo hanno trasportato al Pronto soccorso. Qui sono intervenuti subito i rianimatori perché il giovane papà era in arresto cardiaco. Hanno praticato per oltre un’ora il massaggio cardiaco e tutte le manovre salvavita, ma Marconetti non ce l’ha fatta. «Abbiamo fatto l’impossibile per salvare il giovane papà», dicono dalla Rianimazione, «noto a molti di noi per il suo impegno civico anche in parrocchia e nella vita associativa. Abbiamo tentato disperatamente di rianimarlo per più di un’ora, ma è stato tutto inutile. Di fronte a una tale tragedia, pur con l’animo devastato, la moglie e i figli hanno acconsentito alla donazione, ultimo atto di altruismo di un uomo che si è sempre speso per la comunità».
La tragedia ha gettato nello sconforto i tanti amici di Filippo che ieri sera si sono riuniti in una veglia di preghiera, in attesa del funerale che ci sarà oggi alle 15 nella chiesa di San Pietro. «Dove ha incontrato Dio, si è avvicinato al Vangelo e ha cresciuto tanti ragazzi», dice Alessandro Di Matteo, amico fraterno ed educatore, con Marconetti, nell’associazione parrocchiale l’Arca di Noè, «era un uomo buono, ha dedicato 20 anni all’educazione dei ragazzi. Da giovane scapestrato si era trasformato in un uomo toccato dalla presenza di Dio, un esempio per gli altri, un compagnone e un grande papà». «Si faceva voler bene», dice un’amica, «perché lui voleva bene a tutti». Speciale, buono, disponibile, così lo descrivono gli amici, increduli e sgomenti di fronte a tale tragedia. «Un professionista di rara qualità», aggiungono i condomini che seguiva per lavoro. Una persona squisita, impegnata a livello civico tanto da essere tra i fondatori del movimento Libertà in Azione.
©RIPRODUZIONE RISERVATA