Lanciano, ultimo giorno di campagna elettorale con appelli al voto e feste per i tre sfidanti

Conclusa la campagna elettorale con i comizi in piazza Plebiscito dei candidati a sindaco Paolucci, D’Amico e Pupillo

LANCIANO. Una piazza Plebiscito lucida di pioggia è stato il palcoscenico, gremito di cittadini e candidati consiglieri, degli ultimi atti di questa lunga campagna elettorale per la corsa a Palazzo di città. È il rush finale alla sfida del dopo Pupillo, una delle pochissime giunte di centrosinistra a Lanciano dalla costituzione della Repubblica. La prima fu nel 1961 con l’alleanza, che sconquassò la Dc di allora, tra il sindaco Francesco Paolo Giancristofaro, democristiano, e il vice sindaco Licio Marfisi, socialista. Seguì, dopo due mandati del democristiano Errico D’Amico e l’avvicendarsi dei sindaci Angelo Ucci e Attilio D’Amico, la giunta di Giovanni Polidoro nel 1985.

Il voto di domenica arriva in uno scenario profondamente mutato: decenni di cambiamenti sociali, economici e politici, l’intermezzo dell’inchiesta Mani Pulite e l’avvento della seconda Repubblica hanno contribuito ad un forte senso di antipolitica da parte dei cittadini. A fare da catalizzatori del malcontento e della facile propaganda ci sono oggi i social network. Ma l’ala moderata è tornata prepotentemente a far parte dello scacchiere politico assieme ad un nuovo, forte e crescente senso di civismo, con movimenti che rinnegano ogni collegamento con i partiti e, sullo sfondo, realtà estremiste come Noi Con Salvini e Casapound, tutte ancora da interpretare e che attendono la legittimazione del voto.

Vibranti e pieni di pathos i comizi. A dare il via alle danze Tonia Paolucci, 43 anni, architetto, dal cognome eccellente in politica (è figlia dello scomparso ex vice sindaco Felice) e la donna più votata del 2011. È lei la novità di queste amministrative, con un movimento di ispirazione di centrodestra (appoggiata anche da Casapound), ma per molti versi trasversale, che attinge a realtà moderate (Ali), a delusi della politica (di centrodestra e centrosinistra) e a nomi e volti nuovi. È appoggiata da quattro liste: S’ignora Lanciano, Libertà in azione-Cittadini per Lanciano, Tonia Paolucci sindaco e Casapound. «Rappresento l’alternativa a centrodestra e centrosinistra che hanno fallito, perché hanno anteposto logiche personalistiche alla crescita della comunità», arringa dal palco, «sono libera da ogni condizionamento di partiti. Questa amministrazione ha fallito soprattutto nella totale mancanza di ascolto nei confronti dei cittadini. Ci taglieremo le indennità e perseguiremo la fusione dei Comuni e miglioreremo la sicurezza».

Il secondo turno sul palco è di Errico D’Amico, candidato del centrodestra, 43 anni, dirigente Asl, figlio e nipote eccellente (porta il nome del nonno, sindaco e senatore, ed è figlio di Attilio, anch’egli sindaco e poi assessore regionale). Attinge dal suo passato un aplomb d’altri tempi, ma vuole essere indicato come un homo novus della politica, allenatore e non leader di una squadra di 184 candidati. Lo sostengono otto liste: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lanciano Unica, Noi con Salvini, Lanciano popolare-Udc, Lanciano al centro, Lanciano 2021, Nuova Lanciano. «La città ha bisogno di un cambio di passo», esorta, «dopo anni di isolamento dobbiamo riportare la politica tra la gente e decidere insieme ai cittadini il futuro di una Lanciano finalmente al centro e che agisca in ottica comprensoriale con i Comuni limitrofi per turismo, infrastrutture e trasporti».

Ultimo a parlare in piazza il rappresentante di centrosinistra e liste civiche Mario Pupillo, 66 anni, medico diabetologo, sindaco uscente che ha governato per cinque anni grazie all’alleanza di due movimenti civici, Progetto Lanciano e Lanciano nel cuore. Pupillo ha ritrovato gli alleati di un tempo e presenta cinque liste in suo appoggio: Pd, Progetto Lanciano, Lanciano in comune (della candidata Giuseppina Lagatta il cognome corretto è un’unica parola), Lanciano vale e Insieme a sinistra. «Votate la mia squadra», incita la piazza, «perché siamo persone perbene, oneste, che non hanno secondi fini, che non devono piazzare nessuno in nessuna poltrona e che hanno amministrato cinque anni, anche tra le difficoltà, ma con il preciso intento di fare il bene di Lanciano e dei lancianesi. In cinque anni abbiamo fatto tanto, ma tanto ancora dobbiamo fare per vedere finalmente concluso il disegno che avevamo per la città».

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