Lanciano

Lanciano, ultimo saluto a Barbati: una vita dedicata ai libri e alla cultura

22 Settembre 2025

Lanciano piange Domenico (Mimì), libraio, sostenitore del volontariato e in prima linea per l’ambiente: aveva 89 anni. (Nella foto, Domenico Barbati in una cerimonia con l’assessore Ranieri e il sindaco Paolini)

LANCIANO. Una porta sempre aperta, quella della libreria e quella della sua casa. L'amore per i libri, la vicinanza agli ultimi, una sensibilità rara che lo hanno portato ad essere protagonista “anonimo” di tante iniziative culturali e sociali per Lanciano. Era molto più di un libraio Domenico Barbati, per tutti Mimì, che sabato pomeriggio, a 89 anni, ha chiuso gli occhi per sempre nella sua casa di Marcianese. È stato lo storico titolare della cartolibreria Barbati, aperta negli anni Trenta del '900 dal padre, don Arturo (e portata avanti fino ai primi anni 2000 insieme al socio Claudio Sorge), attività che oggi continua grazie alla figlia Ilaria. Ma è stato soprattutto un punto di riferimento della cultura lancianese, facendo del suo negozio un vivace salotto culturale e punto di riferimento di intellettuali come Peppino Rosato, Benito Lanci ed Emiliano Giancristofaro, suo amico fraterno. Nel 1967, insieme all'etnologo e saggista scomparso nel 2022, riportò in vita la storica Casa Editrice Carabba, dopo aver recuperato la proprietà letteraria e dei diritti da chi l'aveva rilevata dal fallimento del 1950.

«Non aveva manie di protagonismo, è rimasto sempre nelle retrovie», ricorda il sindaco Filippo Paolini, «è stato un punto di riferimento della cultura lancianese e una persona di grande spessore sia dal punto di vista morale che sociale, un nome storico per la città di Lanciano che deve ricordarlo per tutto quello che ha fatto. Porgo le mie condoglianze alla famiglia a nome di tutta la città». La sezione di Lanciano di Italia Nostra, per voce di Pierluigi Vinciguerra ed Enrico Giancristofaro, e Lia Giancristofaro per la Rivista abruzzese ricordano di Barbati la «straordinaria passione ambientalista, intrecciata con la sua profonda fede cristiana, con la sua onestà intellettuale e il suo amore per la migliore letteratura. Sempre pronto per le iniziative di volontariato, ha militato per anni nella sezione lancianese di Italia Nostra ed era sempre in prima linea nelle manifestazioni e nelle raccolte di firme per osteggiare operazioni pericolose per l'ambiente e per la qualità della vita della cittadinanza».

E tanti semplici cittadini, alla notizia della sua dipartita, celebrano con aneddoti e ricordi la sua figura poiché Mimì dispensava cultura a piene mani, con umiltà e senza presunzione. «Uomo di elevata cultura e di grande sensibilità, dotato di un amore smisurato per i libri e la musica», si unisce al coro l'associazione “Amici della musica-Fedele Fenaroli”, di cui Mimì era socio storico e attivo. Tante sono le iniziative sociali e culturali da lui promosse per la città, che oggi si stringe accanto alla moglie Franca, ai figli Gianpiero, Stefano e Ilaria.

«Lo ricordiamo giovane scout, nel secondo dopoguerra, quando con pochi amici fece rinascere, con non poche difficoltà, l'associazione a Lanciano», sottolinea il circolo Pd, «e accanto ai fragili, ai dimenticati, a tutti coloro che ha accompagnato in percorsi di reinserimento sociale contribuendo alla crescita della comunità Progetto Vita».

L'ultimo saluto oggi nella cappella del cimitero.

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