Gasp, l’Atalanta e il disegno: Oliveri arma letale di Vivarini

Andrea Oliveri (foto) protagonista nel 4-0 del Pescara ai danni dell’Empoli. Palermitano, cresciuto a Bergamo, con una vena artistica: «Una doppietta stupenda»
PESCARA. Da bambino, nella sua prima scuola calcio a Palermo, lo chiamano il “fenomeno”, all’Atalanta, appena 17enne, per molti era il “predestinato”, ma a Pescara è diventato il “risolutore”. Andrea Oliveri ieri si è preso la scena con una doppietta da sballo, che di fatto ha inchiodato l’Empoli al palo della sconfitta. Due gol pazzeschi, il primo (bellissimo) con un siluro da fuori area, che hanno consegnato al Pescara la prima vittoria in campionato. Una doppietta che ha mandato in tilt l’Adriatico, con la curva Nord che ha acclamato il suo idolo ondeggiando dentro un tuono di urla e di applausi scroscianti.
«Questi gol ripagano tutto il lavoro che stiamo facendo da inizio stagione. Sono felicissimo», racconta nel dopo gara il 22enne palermitano, che a 14 anni ha fatto i bagagli in direzione Bergamo per dare un senso alla sua carriera. Fa tutta la trafila nell’Atalanta e nel primo anno di Primavera si mette subito in mostra. La lontananza dalla sua amata Sicilia si fa sentire e gli anni in Lombardia non sono facilissimi, ma Oliveri è caparbio e va dritto per la sua strada. Nasce trequartista puro, ha corsa e fisico e Massimo Brambilla lo piazza come centrocampista offensivo centrale nella Primavera atalantina. Visione di gioco notevole, ottima gamba e discreta velocità che porteranno, poi, Gian Piero Gasperini a seguirlo con maggiore attenzione. Sarà lo stesso Gasp a trasformarlo in esterno a tutta fascia, aggregandolo in prima squadra appena 18enne. Nel 2022 la prima esperienza in B, a Frosinone, dove gioca pochissimo con Fabio Grosso in panchina, poi ecco l’incontro con Vivarini a Catanzaro, due anni fa. «Io nasco trequartista, poi è stato Gasperini a spostarmi a centrocampo e Vivarini mi ha cucito addosso questo nuovo ruolo. Al mister devo tanto», ha raccontato ieri in sala stampa questo ragazzone dal sorriso gentile con una inclinazione artistica anche fuori dal campo.
«Nel tempo libero mi piace disegnare, ma anche fare lavori manuali con il das», ha raccontato tempo fa. Piede destro, è un grande laterale tutta fascia, ma che nel 4-3-3 può essere impiegato anche da esterno offensivo. Una versatilità tattica che Vivarini ha sempre apprezzato e non è un caso se quello di Oliveri è stato uno dei primi nomi che l’allenatore ha fatto alla società durante il calciomercato. Un centrocampista che, in base alle necessità del piano gara, può essere l’uomo del primo passaggio, il pendolo che lega i reparti o la gamba che accorcia e strappa quando c’è da forzare il ritmo. Ed ecco che ieri si è preso la scena. «È stato emozionante, incredibile esultare sotto la curva Nord. Vivarini è un allenatore straordinario, lo conosco benissimo e con lui potremo raggiungere i nostri obiettivi. Io mi metto a sua disposizione».
L’Atalanta crede molto in lui e spera di riportarlo presto alla base per farlo giocare in serie A. Per questo motivo non ha concesso opzioni di riscatto al Pescara, che ha preso Oliveri in prestito secco fino a giugno. Lui, però, guarda al presente: «Possiamo toglierci grandi soddisfazioni e divertirci, lo staff è in grado di farci migliorare il più possibile». È nata una stella?