Serie A

Serie A: ecco cosa ha detto la quarta giornata

22 Settembre 2025

Il derby della Capitale se lo aggiudica la Roma. Nelle altre sfide, vittorie fondamentali per Milan, Atalanta e Inter, mentre rallenta la Juve di Tudor

Lecce vs Cagliari

La quarta giornata di Serie A ha inizio a Via Del Mare, dove si affrontano Lecce e Cagliari. Pronti, via e i padroni di casa sbloccano subito il match, dopo solo 4 minuti: grande incursione laterale di Sottil che va sul fondo e mette in mezzo per Tiago Gabriel, che da due passi deposita in rete. Dopo il colpo subito, il Casteddu mette il piede sull’acceleratore e inizia a spingere, aumentando la pressione dalle parti di Falcone: prima Esposito, dopo essersi liberato con un gran numero, centra il palo con il mancino, poi è il portiere leccese a rispondere con due miracoli ad Adopo e a Deiola, salvando i suoi. Ma non dura molto il muro salentino. Al 33’ Belotti ristabilisce la parità, appoggiando nella porta semivuota il suggerimento di Palestra e tornando al gol in Serie A 285 giorni dopo. Forte di avere l’inerzia del match dalla propria parte, il Cagliari non si ferma e sfiora l’1-2 al 45’, ancora con Esposito: l’ex Inter, dopo un corner basso, si ritrova la palla nei piedi e, dallo spigolo dell’area di rigore, fa partire una bellissima conclusione a effetto, che si stampa nuovamente sul palo e termina poi tra le braccia di Falcone. Nella ripresa la squadra di Di Francesco è più intraprendente, ma l’occasione più grande arriva a causa di una deviazione amica di Luperto, che Caprile allontana con un gran riflesso. E nel momento migliore dei pugliesi, arriva l’episodio decisivo: Felici conduce il pallone dalla propria metacampo fino all’area avversaria, poi decide di servire Belotti. Il Gallo stoppa, se la porta sul destro e viene abbattuto da Tiago Gabriel, con Zufferli che assegna la massima punizione ai rossoblu. Dagli 11 metri si presenta proprio l’ex capitano del Torino, che batte Falcone e sigla la doppietta personale. Vittoria fondamentale per gli uomini di Pisacane, che volano a quota 7; ancora un risultato deludente per il Lecce, che resta all’ultimo posto. Una piccola, doverosa nota di merito per il Casteddu: in estate sono stati fatti degli ottimi investimenti sul mercato e si vedono i frutti, con acquisti oculati in ogni reparto. In difesa il classe ’05 Palestra sta rubando l’occhio per le ottime prestazioni, a centrocampo Folorunsho garantisce qualità e quantità e in attacco la coppia Esposito-Belotti sembra funzionare, con il primo bravissimo a creare superiorità e il secondo un gran finalizzatore, tanto che al momento è al 5° posto in classifica dei migliori marcatori ancora in attività del nostro campionato.

Bologna vs Genoa

Bologna e Genoa aprono il sabato. Le due compagini rossoblu danno vita a un primo tempo principalmente di studio, senza particolari occasioni fatta eccezione per una, sui piedi di Aaron Martin: il laterale spagnolo si ritrova la sfera tra i piedi e colpisce di controbalzo dall’interno dell’area di rigore, con Skorupski che si esalta e alza la conclusione sopra alla traversa. Nel secondo tempo il copione è molto simile, con il match che resta bloccato. E, quasi come un fulmine a ciel sereno, il Grifone la sblocca al minuto 63: bella azione della formazione di Vieira, con Malinovskyi che trova sul filo del fuorigioco Ellertsson. Il laterale islandese addomestica un pallone non facile e calcia fortissimo in porta, battendo Skorupski e stappando la gara. Il gol subito non intimorisce i felsinei ma, anzi, li sprona: Leali salva con un miracolo una gran girata di Castro, ma qualche minuto dopo si deve arrendere alle minacce emiliane: Cambiaghi, che dal suo ingresso in campo ha ridato brio all’attacco bolognese, salta Norton-Cuffy e crossa a centro area, con El Toto Castro che d’esterno indirizza in buca d’angolo e pareggia i conti. Una rete fondamentale anche a livello mentale per l’argentino, a cui mancava da parecchio la gioia del gol. Nel finale succede di tutto: prima Orsolini colpisce la traversa al 90’, poi l’arbitro Collu viene richiamato al var per un tocco di braccio di Carboni al 96’. Dopo on field review, il direttore di gara della sezione di Cagliari decreta il penalty, anche se la decisione lascia più di qualche dubbio: il tocco di Carboni è molto ravvicinato, con il gomito che si allarga istintivamente ma non al punto da essere in una posizione non congrua. Dal dischetto Orsolini è glaciale, spiazza Leali e strappa i 3 punti al 99’.

Verona vs Juventus

Alle 18 la Juventus va a giocare a Verona. I bianconeri, reduci dal pirotecnico 4-4 contro il Dortmund di martedì scorso, la sbloccano dopo 19 minuti, grazie alla prima rete stagionale di Conceicao: il figlio d’arte, al rientro in campo dopo le noie muscolari, riceve da Thuram, si accentra, vince un rimpallo e poi conclude rasoterra all’angolino, dove Montipò non può arrivare. Al 40’ episodio chiave: Joao Mario colpisce con il braccio il pallone che arrivava dalla lunghissima rimessa laterale di Bradaric e Rapuano, dopo aver rivisto al monitor l’azione, assegna il calcio di rigore alla squadra di Paolo Zanetti. Gift Orban si incarica della trasformazione e realizza con il brivido, perché Di Gregorio tocca ma non riesce a respingere il tiro dell’ex Hoffenheim. Nella ripresa le Zebre iniziano pian piano a sentire la stanchezza, perdendo anche lucidità e brillantezza; infatti, sono gli scaligeri a rendersi maggiormente pericolosi: Gift Orban non inquadra lo specchio in qualche occasione mentre Serdar batte Di Gregorio, ma in posizione di offside. Negli ultimi minuti, chance gigantesca per Openda, che però sbaglia l’aggancio e si defila, concludendo centralmente. Battuta d’arresto, dunque, per la Vecchia Signora, che è apparsa sulle gambe: da ricordare che nell’ultima settimana Locatelli e compagni hanno affrontato sia Inter che Borussia, ritrovandosi in svantaggio per buona parte del match contro i tedeschi. Se da una parte c’è chi si rammarica per i punti persi, dall’altra c’è chi esulta per il prestigioso pareggio, meritato per quel che si è visto in campo.

Udinese vs Milan

In serata l’Udinese ospita il Milan dello squalificato Allegri, che lascia il posto in panchina al proprio vice Landucci. Inizio gara molto tattico, con le due squadre che cercano di non sbilanciarsi. Le prime occasioni sono frutto di sbavature, in particolare da parte dei friulani: al 19’ Santi Giménez viene servito perfettamente da Estupinan, che aveva intercettato un passaggio di Ehizibue, ma spreca malamente a tu per tu con Sava, centrato in pieno dal Bebote. Il vantaggio rossonero arriva al 40’, sfruttando un errore ancora una volta di Ehizibue: respinta corta del terzino olandese, con il pallone che viene consegnato a Pulisic, che scarica lateralmente a Estupinan. L’ex laterale del Brighton dà uno sguardo in area e mette un cross basso, che per poco Kristensen non manda nella propria porta: Sava è bravo a respingere ma sfortunato, perché la sfera termina proprio sui piedi di Christian Pulisic, che non può sbagliare da lì. Gol fondamentale, che rompe l’equilibrio di una sfida molto bloccata fino a quel momento. Nella ripresa, dopo neanche un giro d’orologio, i rossoneri raddoppiano: Pulisic recupera palla in area dai piedi di Karlstrom che lo stende. Doveri sembra intenzionato a fischiare il calcio di rigore ma è molto bravo a concedere il vantaggio ai meneghini, con Fofana che controlla il pallone vagante e infila Sava sul primo palo. Se il 2-0 è una doccia fredda per la squadra di Runjaic, il 3-0 chiude definitivamente i giochi, al minuto 53’: azione bellissima del Diavolo, che esce palla al piede dalla propria area di rigore e arriva a concludere ancora una volta con Pulisic, che beffa sul suo palo un Sava ancora imperfetto. Continua incessante il cammino del Milan, che dopo la brutta sconfitta alla prima giornata ha registrato 3 vittorie di fila, presentandosi nel migliore dei modi ai prossimi due big match contro Napoli e Juve.

Lazio vs Roma

La domenica si apre con il derby della Capitale, la sfida più interessante del weekend. Come spesso accade durante i derby romani, è la fisicità e l’intensità a contraddistinguere la partita, con l’agonismo che si può notare in ogni singolo contrasto di gioco. Nella prima mezz’ora sono i biancocelesti a creare le più importanti azioni da gol, ma nessuna particolarmente pericolosa: Pedro e Nuno Tavares calciano sul fondo, mentre Svilar respinge una conclusione velenosa di Zaccagni in corner. Ma alla prima vera palla-gol giallorossa, arriva la rete del vantaggio: Tavares si addormenta e Rensch gli ruba il pallone, con Soulé che serve immediatamente Pellegrini. La mossa a sorpresa di Gasperini ripaga subito il suo mister, perché il capitano della Magica trafigge Provedel con un diagonale potente e preciso, siglando un proprio record personale: la Lazio diventa la squadra contro la quale ha segnato più gol in Serie A, con quattro marcature all’attivo. Esultanza piena di commozione per l’ex Sassuolo, che in estate era a un passo dall’addio e che si ritrova ora a decidere la partita per eccellenza tra le due squadre di Roma. Agli sgoccioli della prima frazione, Rensch si trova tra i piedi il pallone del 2-0, ma Provedel si oppone e sventa il raddoppio. Nel secondo tempo le Aquile hanno più di una chance per pareggiare il match, ma non riescono a sfruttarne nessuna: prima Dia, favorito da un mal posizionamento giallorosso, si invola verso la porta, concludendo però sopra alla traversa dopo una cavalcata di oltre 30 metri; poi Castellanos elude l’intervento di Mancini con una gran finta di corpo e sfiora il palo per centimetri. Infine, nel finale, si accendono gli animi: dopo una partita sostanzialmente sotto controllo, con il primo cartellino che arriva al minuto 83, Belahyane si rende protagonista di una follia, con un intervento intenzionale e pericoloso ai danni di Kone e viene giustamente espulso. Ma nonostante l’inferiorità numerica, al 94’ gli uomini di Sarri vanno vicinissimi all’1-1: Cataldi si libera benissimo per il tiro e fa partire una conclusione a giro quasi perfetta, che si infrange contro il palo mentre il regista ex Fiorentina stava già correndo verso la propria curva, strozzando l’urlo di gioia sul più bello. Dopo il fischio finale, da segnalare anche l’espulsione per proteste di Guendouzi, sempre tra i più polemici in campo. Vittoria pesantissima per la Lupa, che nonostante la pesante assenza di Paulo Dybala porta a casa la terza vittoria della sua stagione, anche stavolta di misura, interrompendo la maledizione dei derby in “trasferta” che durava da 9 anni. Se al termine della scorsa giornata erano state mosse delle critiche nei confronti di Gasperini, è doveroso elogiare le scelte di questo fine settimana: sembrava un azzardo mettere dal primo minuto Lorenzo Pellegrini, ma il coraggio dell’allenatore piemontese è stato prontamente ricambiato e ora si gode, giustamente, il successo.

Cremonese vs Parma

Alle 15 si giocano Cremonese-Parma e Torino-Atalanta. Allo Zini arriva il Parma di Cuesta, ancora a secco di vittorie in questo avvio. I ducali iniziano meglio e vanno a un passo dall’1-0 al 9’: grande finta di Valeri ai danni di Zerbin e cross in area, con Pellegrino che ruba il tempo a Bianchetti e impatta verso la porta, schiantandosi sul montante. È la sfida meno divertente di giornata, perché è questa l’unica vera chance. Nella ripresa ci provano anche Bernabé da una parte e Vasquez dall’altra, ma entrambe le volte sono attenti Audero e Suzuki. Si chiude senza gol questo scontro salvezza, con i grigiorossi che però possono vantare di ben 8 punti finora, mentre i crociati di solo 2. È proprio qui la chiave del match: le Tigri si possono accontentare di un pareggio contro una concorrente per via dei risultati già ottenuti, mentre i gialloblu, giocando peraltro fuori casa, non si scoprono troppo perché una sconfitta avrebbe potuto avere un contraccolpo durissimo.

Torino vs Atalanta

Allo Stadio Olimpico Grande Torino va in scena un match dal clima surreale, ancora più che nelle scorse giornate. È sempre più aperta la contestazione nei confronti del presidente Cairo, con i tifosi granata che nelle ore precedenti alla partita si sono riuniti in oltre 5 mila e hanno espresso tutto il loro disappunto verso l’operato della proprietà, mentre hanno poi esposto diversi cartoncini durante la gara con scritto “Cairo vattene”: uno slogan diretto e senza interpretazioni. La situazione generale non fa però bene al Toro, che cade lentamente sotto ai colpi della Dea, tutti in rapida successione. A sbloccarla è Nikola Krstovic al 30’, che riesce finalmente a trovare la prima rete con i nerazzurri dopo essere stato solo uomo-assist: giocata meravigliosa di Samardzic, che se la sposta con la suola e con il destro la mette a rimorchio per il montenegrino, bravissimo in girata a siglare l’1-0. Passano appena 4 minuti e arriva il raddoppio: ancora un ispiratissimo Samardzic conduce la ripartenza, poi scarica per Bellanova e riceve nuovamente, colpendo il palo con il piattone. L’azione però non finisce, con Zappacosta che favorisce Sulemana, che con il mancino batte Israel. È una prima volta anche per Kamaldeen Sulemana, che dopo il triennio al Southampton è arrivato a Bergamo e finora sta assolutamente giustificando l’importante investimento economico. Al 38’ gli orobici calano il tris, ancora grazie al duo Sulemana-Krstovic: il ghanese regala un cioccolatino solo da scartare all’ex Lecce, che a porta vuota non può sbagliare. Nella ripresa, da segnalare l’infortunio di Simeone e il rientro in campo di Duvan Zapata, l’unica nota lieta della serata torinista. Il colombiano ha anche la possibilità di tornare al gol dopo il lunghissimo infortunio, ma si fa ipnotizzare dagli 11 metri da Carnesecchi, che para il secondo rigore di fila dopo quello a Barcola. Sembra sempre più ingranare la squadra di Juric, che in campionato ha vinto e soprattutto convinto nelle ultime due partite.

Fiorentina vs Como

Alle 18 il Como fa visita alla Fiorentina, reduce da un inizio di campionato shock con zero vittorie all’attivo. Dopo appena 6 minuti la viola mette la gara in discesa, con un’altra perla di Rolando Mandragora: l’ex Juve si incarica della battuta di un calcio di punizione ma l’esecuzione non è delle migliori, con il pallone che viene respinto dalla barriera; tuttavia, il centrocampista italiano raccoglie la respinta e al volo la manda all’angolino, con una conclusione che Butez non vede neanche partire per quanto veloce. I gigliati sembrano pimpanti e tentano di sfruttare l’onda di entusiasmo: Kean va vicino al raddoppio, ma non inquadra lo specchio della porta. Nel finale di primo tempo viene assegnato un calcio di rigore al Como, ma poi viene prontamente revocato a causa del punto in cui avviene l’intervento considerato falloso, cioè a qualche centimetro dall’area di rigore. Nella seconda frazione di gara il Como è sempre più propositivo e inizia a mettere in difficoltà David De Gea: lo spagnolo è super sulla conclusione da fuori di Sergi Roberto, ma non può nulla sul colpo di testa di Kempf, che stacca più in alto di tutti su assist del solito Nico Paz. Dopo aver subito il gol, i toscani non riescono più a uscire dalla loro metà campo e il merito è soprattutto della pressione comasca, che nella mezz’ora scarsa a disposizione cerca in ogni modo il 2-1. Sul piano delle conclusioni, però, non c’è granché da segnalare, con De Gea che respinge solamente due tiri velenosi di Nico Paz, ma senza dover mai compiere gli straordinari. Ma, quando la partita sembra ormai prossima alla conclusione, arriva il colpo di scena: Nico Paz lancia in profondità Addai, che arriva sul pallone poco prima che termini a lato. Non pressato dallo stanchissimo Pongracic, l’esterno olandese può entrare in area, poi salta secco l’ex Lecce e infine tira forte sul primo palo, sorprendendo De Gea e regalando i 3 punti alla sua squadra. Continua il periodo nero della Fiorentina, fischiatissima a fine partita dai suoi tifosi; d’altro canto, successo fondamentale per i lariani, sempre sotto al segno di Nico Paz: in questo avvio di stagione, il fantasista argentino è entrato in tutte e 5 le reti segnate finora, con il bottino personale che vanta 2 gol e 3 assist.

Inter vs Sassuolo

L’ultima gara di domenica vede in campo l’Inter e il Sassuolo, una delle due squadre, oltre alla Juventus, contro cui i nerazzurri non hanno un bilancio positivo. L’Inter è consapevole di dover recuperare punti in classifica a causa delle sconfitte rimediate contro l’Udinese e a Torino e parte fortissimo: Carlos Augusto va vicinissimo all’1-0 dopo una cavalcata eccezionale, con la quale salta prima Vranckx e Berardi, poi Matic con un destro-sinistro e infine lascia sul posto Idzes. La conclusione è anche ben indirizzata, ma Muric risponde da campione e nega il gol al braccetto nerazzurro. È solo questione di minuti però per la rete che sblocca la gara: ottima protezione del pallone di Esposito a centrocampo, con Barella che subentra nell’azione e serve sulla sinistra Sucic. L’ex Dinamo Zagabria se la ritrova sul mancino ma, con la coda dell’occhio, vede Dimarco arrivare alle sue spalle e decide allora di servirlo con un morbidissimo tocco d’esterno: da quella posizione il laterale cresciuto nel settore giovanile dell’Inter non può sbagliare, spiazzando Muric e siglando la prima rete in stagione. Al 29’ il Biscione sfiora anche il raddoppio con Thuram, ma la sua conclusione va a centimetri dal palo. Nella ripresa non cambia il canovaccio tattico del match: i meneghini attaccano e i neroverdi cercano di colpire in contropiede, sfruttando l’altissimo posizionamento della linea difensiva nerazzurra. Ed è proprio così che nascono le occasioni più importanti: prima Laurienté colpisce debolmente verso la porta, poi Pinamonti stacca altissimo su uno spunto di Doig, costringendo Martinez a togliere il pallone dall’incrocio. La Beneamata risponde però ai colpi degli emiliani, costringendo Muric a un altro miracolo: stavolta il kosovaro respinge con un gran colpo di reni la semi rovesciata da pochi passi di Pio Esposito, a un passo dal primo gol a San Siro. Il gol che sembra poter togliere imprevedibilità alla partita arriva al minuto 81 ed è un autorete: altro grande movimento di Carlos Augusto come nel primo tempo, con la conclusione, destinata a terminare sul fondo, che stavolta colpisce il piede di Muharemovic ed inganna Muric. Questo sembra essere il gol della sicurezza, ma i nerazzurri si complicano nuovamente la vita: uno-due troppo facile tra Cheddira e Berardi al limite dell’area, con l’attaccante italo-marocchino che infila Martinez e riporta il Sassuolo in partita. Finale di sofferenza, con i milanesi che tornano però alla vittoria in campionato e danno continuità al risultato di mercoledì contro l’Ajax. C’è ancora lavoro da fare per Chivu, con la sua squadra che ha sprecato molte occasioni e si è fatta sorprendere con troppa facilità in difesa.

Chiude la giornata la sfida tra Napoli e Pisa, con i partenopei reduci dalle fatiche europee ma con la possibilità di poter andare in solitaria al primo posto.