Lapenna, ultimatum agli alleati

Giunta azzerata: il sindaco prepara un documento di fine mandato, si dimette se non firmano tutti

VASTO. Un documento da sottoporre alle forze di maggioranza. Una sorta di testamento politico-programmatico per il biennio di fine mandato. È alla sua redazione che sta lavorando il sindaco Luciano Lapenna il quale, dopo aver azzerato la giunta a causa delle critiche di cui è stato bersaglio in questi mesi da parte della maggioranza, ma soprattutto dal suo partito, il Pd, non ha ancora aperto consultazioni ufficiali per arrivare a un chiarimento e per verificare se ci sono ancora le condizioni per continuare ad amministrare. Gli scenari che si profilano all’orizzonte sono due: nomina di un nuovo esecutivo - che secondo alcuni attenti osservatori potrebbe essere diverso da quello che ha azzerato sabato scorso con un decreto - o, nella peggiore delle ipotesi, le sue dimissioni irrevocabili con conseguente scioglimento del consiglio comunale e ritorno al voto. Quest’ultima tesi che Lapenna sembra ventilare nel caso in cui non venisse sottoscritto il documento politico perché non condiviso in ogni sua parte, viene ritenuta improbabile viste anche le imminenti elezioni regionali.

La posizione della segreteria Pd. «Non ci interessano i nomi», attacca Antonio Del Casale, che guida la sezione di piazza Del Popolo, «la scelta degli assessori è una prerogativa del sindaco. Se vuole cambiare la squadra non porremo veti. Al Pd interessa solo che si facciano le cose, che si rispetti l’impegno preso con gli elettori e si definiscano le tante questioni sul tappeto. Mi riferisco al piano spiaggia, al piano di recupero del centro storico e ai provvedimenti rimasti in sospeso. Nei prossimi giorni, la data utile potrebbe essere venerdì, apriremo una consultazione con la base per raccogliere umori e suggerimenti», conclude il segretario dei democratici.

Le reazioni in città. Non si placano i commenti sull’azzeramento della giunta. Per il Movimento 5 stelle Lapenna farebbe bene a dimettersi per far tornare i vastesi alle urne, piuttosto che dare vita ad una nuova giunta. «Più che un governo questo Comune sembra avere una panetteria», ironizzano i militanti, «a questo punto ci sembra più che legittimo pensare che un ennesimo rimpasto non dia vere risposte alla cittadinanza, piuttosto bisognerebbe cominciare a valutare l’opportunità di ricorrere ad un nuovo voto popolare che dia origine ad una nuova e più efficace amministrazione libera da tutti i contrasti interni che caratterizzano l’attuale. I cittadini ormai stufi di assistere al penoso teatrino dell’assegnazione di poltrone fra garofani e falci chiedono al sindaco Lapenna di fare un atto di coscienza e, per il bene di questa città, ridare loro voce».

D’Alessandro contro l’iniziativa di Progetto per Vasto. A Davide D’Alessandro, consigliere indipendente non è piaciuta la proposta di Massimo Desiati, Andrea Bischia e Valerio Ruggieri della lista civica Progetto per Vasto, che hanno invitato gli altri consiglieri comunali a dimettersi per arrivare allo scioglimento del consiglio comunale. «Sono iniziative inutili, ma fanno notizia», replica, «Vasto però ha bisogno di politica, non di dimissioni irrevocabili. Bischia e Desiati possono anche mettere insieme, se si impegnano un po’, dieci dimissioni, mentre per lo scioglimento ne occorrono la metà più uno, cioè tredici, che non otterremo mai. Bisogna pensare a domani, a mettere insieme teste e idee, ad avere un progetto credibile di città, un progetto che non risenta di un passato che non passa».

Anna Bontempo

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