Laterlite, appello di Forte: «Salvate i posti di lavoro»

Lentella, il vescovo incontra dirigenti e dipendenti dell’azienda a rischio chiusura Vertenza Val Sinello, Biscotti (Cisl): alle imprese solo sorrisi e promesse
VASTO. Chiusa per cavilli burocratici. È quello che rischia la Laterlite spa di Lentella. Il Comitato Via ha rigettato la richiesta di ampliamento della cava di argilla presentato dalla società perché l’area è un terzo più grande di quanto richiesto in precedenza. Settanta dipendenti rischiano di restare senza lavoro. «Quello che accade è assurdo», protestano le maestranze. «La società Laterlite spa non vuole andare via, non chiede contributi. Chiede solo di lavorare e le vengono negate le autorizzazioni», racconta Andrea Barbato, uno dei dipendenti che questa mattina sarà ricevuto dal prefetto di Chieti, Fulvio Rocco De Marinis. «Noi non ci stiamo. Questa fabbrica è costantemente monitorata con il programma Sme. Ogni 30 secondi i risultati delle emissioni arrivano all’Arta. È tutto in regola. L’azienda chiede solo di poter prelevare la materia prima e le viene impedito di lavorare con mille argomentazioni», si sfogano i lavoratori. «L’area di scavi è troppo ampia, oppure la Regione non ha un piano cave e non c’è un programma regionale che disciplina l'attività estrattiva». I rappresentati di Rifondazione comunista hanno invitato i responsabili dell’azienda a fornire prove documentali del sostenibile impatto ambientale dell’ampliamento della cava ricordando le tappe della vicenda. «La prima richiesta di ampliamento è arrivata a ottobre 2010 e già allora il Via aveva evidenziato che l’area era sottoposta a vincolo idrogeologico. Secondo il Via sono stati effettuati lavori di “gradonatura” in assenza di documentazione autorizzativa. Oggi arriva il preavviso di rigetto». Rifondazione addossa parte delle colpe alla Regione che non ha predisposto un piano cave. Ieri pomeriggio il sindaco di Lentella, Carlo Moro, ha convocato un tavolo tecnico in municipio. A seguire il vescovo della diocesi Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte, ha celebrato una funzione religiosa esprimendo parole di grande preoccupazione per il difficile momento attraversato dalla Laterlite spa. «Va fatto il possibile per salvare 70 posti di lavoro», è stato il monito del prelato.
Val Sinello. Intanto la situazione precipita in Val Sinello. «Le aziende sono stanche di chiedere strade e servizi, di ricevere grossi sorrisi e promesse e poi essere costrette a sopportare disagi a non finire», dice Primiano Biscotti (Cisl) Il gruppo Valsinello è fallito. Settantasei lavoratori sono disoccupati. Ieri mattina i sindacati hanno incontrato la Provincia e nel pomeriggio hanno parlato ai lavoratori in assemblea. Anche la riconversione della Golden Lady è in parte fallita. Centinaia di lavoratori sono stati licenziati per due volte nel giro di un anno. La Gir Sud è in grave sofferenza e comincia a far fatica a pagare gli stipendi dei cento dipendenti. Tre anni fa la Gir Sud aveva assorbito la Secoflex per scongiurare pesanti tagli occupazionali. La Gir Sud, nata nel 1980, produce componenti per l’industria automobilistica, comandi flessibili, cavi per acceleratori e per disinnesto frizione e freno a mano. «Le cose non vanno bene, ma quello che spaventa è la mancanza di ricambio. Le aziende vanno via e nessuno viene a investire perché la Val Sinello in queste condizioni non conviene. Le istituzioni e la politica devono fare qualcosa. In caso contrario la zona produttiva di Gissi chiuderà per disservizi», ripetono i sindacati. (p.c.)
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