Giovanni De Pauli, capo dell'ispettorato del lavoro di Pescara e Chieti

Lavoro nero, due attività sospese e sanzioni

Controlli dell'ispettorato in un cantiere edile a Chieti e in un call center a Montesilvano. Nel primo caso, sono stati trovati otto addetti senza contratto su 15 lavoratori complessivi. Nel secondo, dieci operatori su 23 erano irregolari.

CHIETI. Otto operai in nero sui 17 in attività sono stati  trovati all'interno di un cantiere edile di Chieti. E' il bilancio di un controllo eseguito il 20 marzo scorso, a Chieti, dagli ispettori del lavoro della sede pescarese. Tra i lavoratori non assunti,  tre erano di nazionalità romena. E’ stato necessario l’intervento dei carabinieri per poter  identificare alcuni lavoratori sprovvisti di documento di riconoscimento. Nel cantiere, operavano quattro aziende: per due di queste, sono immediatamente scattati i provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale, perché gli operai in nero superavano la soglia del 20% della forza lavoro. Le aziende potranno riprendere i lavori solo dopo aver regolarizzato tutte le posizioni dei propri dipendenti. Contestate anche 15 violazioni in materia di salute e sicurezza, sia alle aziende che operano nel cantiere, sia alla ditta affidataria dei lavori, per un importo totale che sarà stabilito, tra  14mila  e 56mila euro, in relazione alla corretta ottemperanza delle prescrizioni impartite. Per le violazioni amministrative sono state contestate sanzioni per complessivi 14mila euro. Sempre nell’ambito dei controlli contro il lavoro nero, riferisce il capo dell'ispettorato Chieti Pescara, Giovanni de Paulis, un altro accertamento ha riguardato, il 23 marzo scorso, un call center a Montesilvano. Qui sono stati individuati dieci lavoratori in nero, sui 23 impegnati al lavoro. Il che ha reso inevitabile il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, a decorrere dal 26 marzo. Per sette operatori di call center, il datore di lavoro ha esibito contratti di prestazione professionale occasionale, non subordinata, per i quali sono state riscontrate irregolarità;  per altri tre addetti,  il datore di lavoro non avrebbe esibito alcun contratto e/o documentazione equipollente. Lo stesso titolare del call center, il 27 marzo, ha chiesto la revoca del provvedimento di sospensione dell'attività, impegnandosi a regolarizzare gli operatori  in nero con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, o a termine, oltre al pagamento del 25% della somma aggiuntiva dovuta a  norma di legge.

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