Le mogli chiedono aiuto agli 007

14 Agosto 2010

Voci e sospetti di tradimenti: boom di donne alle agenzie investigative

VASTO. Mogli sospettose chiedono aiuto ai detective. Il caso Lulù, il club culturale di corso Mazzini che i carabinieri hanno scoperto essere in realtà una alcova di lusso per ricche coppie e single annoiati, incrementa il lavoro delle agenzie private. Diverse le presunte vittime di infedeltà coniugali che chiedono aiuto agli 007. E mentre i detective sono in azione, Nunzio Bomba, 37 anni, di Castel Frentano, l'ex gestore del club accusato di essere la persona che nel privè favoriva la prostituzione, rischia di trascorrere Ferragosto in carcere.

La nuova istanza di scarcerazione presentata giovedì dal difensore dell'uomo, l'avvocato Alessandro Orlando, sarà esaminata dal Gip solo martedì. Fino ad allora, salvo provvedimenti eccezionali, l'indagato resterà a Torre Sinello. Comunque, non accenna a placarsi il clamore sul club culturale Lulù in corso Mazzini. Voci e sospetti si rincorrono e varcano i confini della provincia. Sono diverse le donne del Vastese che, sospettose, vogliono scoprire se nell'elenco dei soci del privè ci sia anche quello del marito o del compagno. Per farlo hanno deciso di rivolgersi ad agenzie private delle regioni vicine.

Un modo per scoprire la verità mantenendo il massimo riserbo. «I pedinamenti e le indagini per appurare presunte infedeltà coniugali sono routine per le agenzie private», conferma la titolare dell'agenzia Dathinform di Vasto. Lei non ha ricevuto richieste e preferisce non sbilanciarsi sulla vicenda. In compenso altri colleghi sono al lavoro. Gli accertamenti degli 007 possono essere anche lunghi e costosi, ma spesso sono l'unico modo per acquisire prove e dati incofutabili. Chiedere aiuto a un detective può costare mille euro, ma anche tre volte di più. Il caso Lulù si sta rivelando, quindi, un grande affare per i detective privati. Per Bomba, invece, è solo fonte di guai. Il gestore del privè continua a rigettare l'accusa di favoreggiamento della prostituzione.

L'uomo si è dimesso dalla società che gestiva il club e ha fatto riconsegnare al padrone dell'immobile le chiavi dell'appartamento. «Questa esperienza ha molto provato il mio cliente», dice l'avvocato Orlando. Ai residenti di corso Mazzini non è sfuggita la presenza vicino al club di furgoni e operai incaricati di liberare le stanze del privè dall'arredamento edonistico. La cassetta della posta vicino al portone d'ingresso da giorni è vuota. E al numero di cellulare indicato sul sito per prenotare le serate al club non risponde più nessuno.

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