Andrea Buresti incatenato davanti al tribunale di Lanciano (foto di Federica Roselli)

LANCIANO

Licenziato due volte, si incatena davanti al tribunale e inizia lo sciopero della fame

La protesta di Andrea Buresti, ex caporeparto della Fca di Atessa licenziato nel 2009 per aver scioperato. Ora chiede un risarcimento danni di 200mila euro 

LANCIANO. Licenziato due volte dall'azienda per cui lavora, si incatena per protesta davanti al tribunale di Lanciano. Qui, questa mattina, si è svolta l'udienza per risarcimento danni nei confronti della Fca di Atessa, azienda dell'indotto Sevel (produce tutte le parti di plastica dei furgoni commerciali) dove lavorava Andrea Buresti, 45 anni, di San Salvo.

Nel 2009 l'uomo, che svolgeva la mansione di caporeparto, è stato licenziato per aver scioperato. Cinque anni più tardi, dopo una prima pronuncia del tribunale, è stato reintegrato dall'azienda ma con mansioni diverse e ritenute “dequalificanti”. Una situazione che non ha mai accettato e che ha portato anche all'insorgenza di una patologia. Dopo varie vicissitudini, nel 2019 è stato licenziato di nuovo, questa volta definitivamente.

Da quel momento è iniziata la sua battaglia per avere giustizia, che oggi lo ha portato per alcune ore ad incatenarsi ad un cartello stradale davanti al tribunale di Lanciano e ad iniziare lo sciopero della fame “fino a quando non avrò risposte”. Buresti, assistito dall'avvocato Marialucia D'Aloisio, chiede un risarcimento danni di circa 200mila euro.