Lo scalo è diventato il regno dell'incuria

Viaggio tra aiuole distrutte, chiazze d'olio, parcheggio-selvaggio e topi in strada

CHIETI. Strade e piazze sporche, una fontana monumentale a riposo forzato, palazzina diroccata a pochi passi dalla stazione e carenza di controlli. Lo scalo della città si sente "figlio di un dio minore", almeno stando a quanto afferma un Movimento ad esso intitolato, sinergia di gente comune, nato da poco con l'obiettivo di esserne coscienza critica.

«L'intento è quello di muovere un cambiamento reale di questa parte della città», osserva Francesco Scalzo, uno degli esponenti di Movimento Scalo. Incontra il taccuino al bar Fontana di piazzale Marconi. «Siamo nel cuore», dice, «di quella parte della città che è abitata da 34mila persone ed esprime l'80 per cento del prodotto interno lordo, quando la zona alta conta 20 mila abitanti e vanta appena il 20 per cento del Pil locale. Una vasta area urbana, la nostra, puntualmente dimenticata».

Alza lo sguardo, la fontana del piazzale, opera dell'era Cucullo, troneggia ferma sul bivio di una zona d'approdo e partenze, punto nevralgico per presentare l'identità teatina.  Non è così, sono tanti i dettagli trascurati. 

Strade sporche.
Esce dal bar e indica alcune macchie di olio sulla pavimentazione della piazza.  «E' una situazione maturata negli anni», racconta, «provocata dalle fuoriuscite del motore dei Citycat, macchine utilizzate dalle imprese di pulizia urbana. Non s'è mai fatto nulla per risolverlo o evitarlo. Sporcizia c'è anche in altre strade qui intorno, dove capita di vedere la stessa lattina o bottiglia di birra, la stessa plastica o lo stesso mucchietto di carta pubblicitaria per giorni e giorni. Persino la carcassa di un topo morto è diventata un monumento all'incuria, che regna sovrana». 

La palazzina diroccata.
Il centro dello scalo lamenta attenzione. A pochi passi dal piazzale della stazione c'è un edificio diroccato.  «Non so cosa l'abbia ridotto così», osserva Scalzo, «è lì da almeno 40 anni in queste condizioni, a dieci metri dalla fermata dell'autobus, di fronte al nuovo albergo e a soli 100 metri dalla stazione. E' di proprietà privata, d'accordo, ma mi chiedo cosa sarebbe successo se fosse stata lungo corso Marrucino».  Va rilevato, comunque, che i proprietari hanno recintato e messo in sicurezza l'area.  

Carenza di controllo.
Il Movimento Scalo lamenta una scarsa presenza di organi di vigilanza e controllo. «Non c'è una guardia», dicono, «un poliziotto di quartiere, un vigile fisso su piazzale Marconi e dintorni, così come su altri quartieri dello scalo». 

Proposte.
«Chiediamo al sindaco», dice il Movimento, «di venire con cadenza regolare allo scalo per incontri o passeggiate, a guardare da vicino i problemi di questa parte della città. Un'azione subito si può fare. Mettiamo almeno 50 cestini di raccolta rifiuti sulle nostre strade».  Non mancano, anche qui, le macchine parcheggiate sui marciapiedi.  «Nella zona del mercato di via Ortona questa è una prassi consolidata», annota il Movimento, «ci sono furgoncini degli ambulanti che perdono olio.

Non pensano mai di mettere del cartone sotto, per evitare di imbrattare il suolo pubblico. Andrebbero fatte più multe e negli appalti prevedere sui marciapiedi ringhierine di ferro o aiuole e alberi ravvicinati, per evitare che le auto vi possano salire».

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