Lo spaccio dietro la rissa tra rom, e la pistola era pronta a sparare

Non solo ragioni sentimentali dietro la lite a Santa Rita, ma il controllo del mercato degli stupefacenti. L’arma sequestrata, rubata a Tortoreto, aveva 16 cartucce inesplose. Domani gli arrestati davanti al gip
LANCIANO. La Glock calibro 9x21 era pronta a sparare. Fioravante Di Rocco, 44 anni, se l’era procurata successivamente alla rissa di domenica 9 novembre con la famiglia rivale dei Guarnieri. Un cortocircuito che andava fermato prima che armasse effettivamente la mano di qualcuno. È stata questa circostanza, definita «allarmante» dal sostituto procuratore Miriana Greco, a far scattare venerdì mattina l’operazione interforze nelle abitazioni dei rom a Santa Rita. Un regolamento di conti non solo per questioni sentimentali. In ballo c’è il controllo del mercato dello spaccio nell’area frentana, dove le forze dell'ordine, negli ultimi mesi, hanno fatto cadere diverse teste. Domani, intanto, i tre arrestati – oltre a Fioravante, anche i genitori Osvaldo, 67 anni, e Violetta, 66, Di Rocco – compariranno davanti al gip Massimo Canosa per l’udienza di convalida. Ai tre rom, ora agli arresti domiciliari, sono stati sequestrati in tutto circa 340 grammi di cocaina, oltre a sostanze da taglio e attrezzature per il confezionamento delle dosi. Un’attività di spaccio «organizzata e strutturata», la definisce il pm, da cui verosimilmente traggono il loro sostentamento. A casa di Fioravante, le forze dell'ordine hanno rinvenuto più di 35mila euro in contanti, non sequestrati, ma che almeno in parte si possono ritenere di «dubbia provenienza».
Nell’ultimo periodo il mercato dello spaccio nel Frentano ha perso i suoi punti di riferimento. A settembre l’indagine dei carabinieri del Nucleo operativo di Lanciano ha decapitato la banda dei dominicani, che trafficava cocaina dal Brasile attraverso corrieri disposti a nascondere gli ovuli con la droga nello stomaco. Un mese dopo, la squadra mobile di Chieti ha messo fuori gioco il cartello rivale, con base a Santa Maria Imbaro, pronto ad estendere l'attività nel territorio liberato dai dominicani. In questo vuoto di potere, le storiche famiglie rom della città sono tornate attive sul mercato dello spaccio, come dimostrano i sequestri operati nel blitz di venerdì. I servizi straordinari di controllo, coordinati dal questore di Chieti Leonida Marseglia e che hanno visto in azione polizia, carabinieri, guardia di finanza e unità cinofile, erano mirati a scovare droga ed armi. E i sospetti si sono rivelati fondati. Nell’abitazione di Fioravante Di Rocco, in via De Riseis, sono stati trovati 55 grammi di cocaina e una pistola con 16 cartucce inesplose. L’arma da sparo è risultata rubata, nel 2020 a Tortoreto, illegalmente detenuta.
Le forze dell’ordine si sono presentate con tre cani: un labrador per la ricerca delle armi, due pastori tedeschi con il fiuto allenato a scovare droga e soldi. Una perquisizione accuratissima, che non ha risparmiato anche le buste della spazzatura. In auto è stata rinvenuta anche una mazza da baseball in metallo. «Tutto il materiale è stato consegnato spontaneamente dal mio assistito», evidenzia l’avvocato Tristana Di Bucchianico, «Fioravante Di Rocco si è trovato coinvolto nella rissa perché chiamato dal fratello Pasqualino. La lite per questioni sentimentali, come mi ha spiegato, riguardava lui e Fabrizio Guarnieri. Il mio assistito non c'entrava nulla, è andato a difendere il fratello». In casa dei due rivali, che hanno acceso la scintilla tra le rispettive famiglie, le perquisizioni hanno dato, invece, esito negativo.
Nell’abitazione degli altri due arrestati, in via Bellisario, i carabinieri hanno scovato 283 grammi di cocaina, già suddivisa in dosi, cercando perfino nel cassetto del filtro dell'asciugatrice. La parte più grossa, però, è stata rinvenuta in cantina. «I miei assistiti non hanno precedenti per droga e poi la situazione è ambigua», afferma l’avvocato Alessandro Cerella, legale dei due conviventi accusati di spaccio in concorso, «la sostanza è stata trovata in una cantina nel seminterrato di una casa popolare. Attendiamo l'udienza di convalida per spiegare tutti gli addebiti».

