Maltrattamenti alla moglie il giudice: via da casa

11 Agosto 2012

Il marito non potrà avvicinarsi alla donna e ai suoi parenti più stretti il difensore: è un imprenditore provato dalla crisi del lavoro

VASTO. Niente arresto ma l’allontanamento immediato dalla casa familiare e il divieto di avvicinarsi alla moglie e ai parenti della donna, nonché l’ordine di evitare i luoghi che questi ultimi frequentano abitualmente oltre al divieto assoluto di qualsiasi contatto personale o telefonico. È la misura adottata dal Gip di Vasto, Caterina Sallusti, su richiesta del pubblico ministero, Giancarlo Ciani, nei confronti di un imprenditore edile locale di 59 anni denunciato per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali ai danni della moglie. La misura è stata presa per salvaguardare le esigenze cautelari della parte offesa, piuttosto provata e spaventata dal comportamento del marito diventato all’improvviso introverso, irascibile e in qualche caso violento.

Tutta colpa della crisi. La paura del futuro, la difficoltà ad uscire dal tunnel della disoccupazione avrebbero, a detta del legale dell’indagato, provocato uno stato di profonda prostrazione. Un “prolasso umorale”. L’imprenditore, comparso ieri davanti al Gip per essere interrogato, si è avvalso della facoltà di non rispondere. A testa bassa ha ascoltato in silenzio le disposizioni del giudice. «Il mio assistito è una persona integerrima. Un padre e marito modello», lo difende il suo legale, l’avvocato Nicola Chieffo. «Purtroppo la crisi economica che sta attanagliando in modo particolare il settore edile lo ha profondamente provato. Il mio cliente non lavora da un anno. Sta attraversando un periodo di gravi difficoltà economiche. Questo lo ha fatto sprofondare in una sorta di limbo», spiega l’avvocato. Fra le mura domestiche il nervosismo sarebbe lievitato e l’uomo avrebbe minacciato e picchiato la moglie. Tanto da procurarle delle lesioni. Spaventata e sofferente, fisicamente e psicologicamente, la donna ha deciso di chiedere aiuto alle forze dell'ordine e alla magistratura.

E ora l’uomo ha dovuto lasciare il tetto coniugale. Guai se dovesse avvicinarsi alla moglie: scatterebbeo immediatamente le manette. «L’imprenditore non può essere definito un uomo violento», insiste tuttavia l’avvocato Chieffo. «Sono sicuro che in sede dibattimentale i fatti contestati al mio assistito saranno ridimensionati e magari nel frattempo sarà ritrovata l’unità familiare» è l'ottimistica ipotesi del legale.

Paola Calvano

©RIPRODUZIONE RISERVATA