«Mio padre massacrato per 4mila euro»

Lo sfogo della figlia del ristoratore rapinato e bastonato a Sambuceto. Ecco la foto choc della vittima in ospedale

SAN GIOVANNI TEATINO. «Hanno avuto il barbaro coraggio di massacrare di botte il mio anziano padre mentre dormiva per prendergli i soldi dalla cassaforte, non so bene, forse dentro c’erano 4mila euro o forse più, non so. Quei criminali sapevano bene cosa fare e come farlo, ne sono certa. Papà lo abbiamo trovato in una pozza di sangue, una scena sconvolgente. Sta ancora male, in ospedale finora i medici non hanno sciolto la prognosi». È ancora sotto choc Caterina Chiacchiaretta, la figlia di Romolo, l’80enne ristoratore di San Giovanni Teatino, titolare della storica trattoria Zaff, in via Chieti, che proprio all’interno della sua taverna, nel retrobottega dove si era messo a dormire, è stato picchiato a sangue lo scorso week end da ignoti rapinatori che si sono intrufolati in piena notte scagliandosi con violenza sull’anziano, per poi impossessarsi dei soldi custoditi nella cassaforte. L’80enne è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Neurologia dell’ospedale clinicizzato di Colle dell’Ara.

A giudicare dalle gravi lesioni provocate al ristoratore, per colpirlo gli aggressori devono aver utilizzato una spranga oppure un bastone di legno, un’arma fai da te con la quale si sono accaniti con ferocia, mentre l’80enne stava dormendo nel letto che aveva piazzato nel retro della trattoria, per restarci a dormire ogni tanto. «Di sicuro mio padre non si è accorto dell’arrivo di quei banditi», sostiene la figlia Caterina, «e forse non ha capito niente nemmeno durante l’aggressione, perché ha perso i sensi. Infatti non ricorda quasi niente. Lo hanno legato e poi avvolto in un lenzuolo e si sono messi a picchiare in maniera selvaggia, secondo me si sono fermati solo quando erano convinti di aver finito il lavoro, cioè credevano di averlo fatto fuori. Poi, hanno rubato i soldi e sono scappati».

Per riuscire a mettere le mani sul denaro della cassaforte, dopo aver preso a sprangate Romolo Chiacchiaretta, un pestaggio compiuto forse per il timore che l’uomo potesse rendersi conto della loro presenza e afferrare un’arma, i rapinatori hanno usato una mola per tagliare il forziere. Una volta aperto, lo hanno svuotato, per poi darsi alla fuga con il bottino di 4mila euro, lasciando l’anziano ristoratore svenuto e insanguinato.

«Quando ha ripreso i sensi papà ha avuto la forza di chiamarci, ha telefonato a mia madre», prosegue il racconto della figlia, «siamo corsi da lui e lo abbiamo trovato nel sangue. Subito sono arrivati i soccorsi, i carabinieri e il 118 che lo ha portato in ospedale. Poi è arrivata anche la scientifica, ci sono le indagini in corso».

Un uomo tranquillo, gran lavoratore, Romolo, stimato da tutti a San Giovanni Teatino, un’istituzione della ristorazione locale. «Papà è una persona buona», le parole di Caterina, «e non lo dico perché è mio padre, qui in paese lo potete chiedere a chiunque. Ama la natura, la vita semplice, per questo di tanto in tanto restava a dormire lì, ha sempre detto che gli piace sentire i suoni della natura che nel centro urbano non si possono ascoltare. Ha sempre aiutato tutti quelli che gli chiedevano una mano, è un altruista. Non riesco a immaginare chi possa aver avuto il coraggio di fargli una cosa del genere, aggredendolo nel sonno con efferatezza, con una cattiveria bestiale». Sulla vicenda indagano i carabinieri di Sambuceto e della compagnia di Chieti: lavoro complicato dal fatto che Chiacchiaretta è ancora confuso e non ricorda, se non a tratti, quel che gli è capitato.

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