Molino Village, si allungano i tempi della “sanatoria”

Il dirigente del settore urbanistica chiede un parere all’avvocatura comunale Slitta la seduta di consiglio sul cambio di destinazione d’uso della struttura

VASTO. Slitta il consiglio comunale sul Molino Village. L’argomento sarebbe dovuto approdare in aula il 21 febbraio prossimo, ma un parere legale richiesto a sorpresa dall’ufficio urbanistico rischia di allungare i tempi per il complesso edilizio di contrada San Tommaso finito nell’inchiesta della Procura per la realizzazione di residenze private in una zona classificata D4, ossia destinata ad insediamenti turistici.

In pratica, quello che l’avvocatura comunale deve chiarire, mettendo nero su bianco, è se è possibile il cambio di destinazione d’uso chiesto dal titolare della società, in virtù di una legge regionale (la 49 del 2012), in presenza di una inchiesta giudiziaria che verte proprio sulla costruzione di residenze private al posto di case per le vacanze. A chiedere il parere legale è stato l’architetto Pasquale D’Ermilio, dirigente della sezione urbanistica comunale, dopo una serie di perplessità sollevate da alcuni esponenti del centrosinistra - Maurizio Vicoli di Sel e Elio Baccalà, indipendente - sia nelle riunioni di maggioranza, sia nella commissione assetto del territorio. L’organismo, presieduto da Domenico Molino (Pd), non si è pronunciato: tutti i componenti si sono riservati il voto in aula, dove, salvo ulteriori sviluppi, le forze politiche si esprimeranno in libertà, non essendoci sull’argomento una posizione condivisa.

Si annunciano molte defezioni. Nettamente contrari all’operazione sono Rifondazione comunista e Sel, mentre nel resto della coalizione non mancano i “possibilisti”, presenti soprattutto nel Pd, il partito del sindaco Luciano Lapenna. Tutti, comunque, sostengono che bisogna dare una risposta al più presto al costruttore, il quale dopo mesi di attesa si è visto costretto a diffidare l’amministrazione comunale. Certo è che sul Molino Village la compagine che amministra la città è in forte difficoltà.

I consiglieri del centrosinistra hanno avuto notizia della richiesta del parere legale avanzata dal dirigente l’altra sera durante il vertice di maggioranza, dopo la comunicazione del presidente del consiglio, Giuseppe Forte. Pochi sono riusciti a nascondere il loro sconcerto per un passaggio che avrebbe dovuto anticipare l’istruttoria della pratica. Per le minoranze è l’occasione per l’ennesimo affondo. «Siamo in presenza di un’amministrazione pasticciona che prima convoca la commissione per chiedere ai componenti di esprimersi e poi, dopo essersi riunita di nuovo, chiede il parere legale», attacca Davide D’Alessandro, consigliere comunale indipendente, «alla maggioranza di centrosinistra, lacerata e spezzettata, manca l’abc del comportamento amministrativo».

Anna Bontempo

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