Lanciano

Morte di Andrea, i dubbi di papà e mamma: «Era solo in quella casa?»

21 Maggio 2025

Tappa in Procura dei genitori del 19enne studente universitario di Lanciano morto suicida a Perugia per istigazione. L’avvocato della famiglia: «Si attende l’ultima informativa sui telefonini del 18enne arrestato»

LANCIANO. «Chiediamo che si accerti se la morte di Andrea è stata solo istigazione al suicidio oppure se c'era qualcuno con lui nell'appartamento di via Del Prospetto». A quasi quattro mesi dalla tragica fine dello studente universitario di Lanciano, i genitori di Andrea Prospero sono tornati in Procura a Perugia per chiedere ulteriori approfondimenti agli investigatori che indagano su un caso che ha scosso tutta l'Italia. Accompagnati dai loro legali, gli avvocati Francesco Mangano e Carlo Pacelli, papà Michele, mamma Teresa e il fratello maggiore Marco hanno incontrato il sostituto Annamaria Greco, nuova cointestataria - a seguito del pensionamento del pm Giuseppe Petrazzini - del fascicolo coordinato dal procuratore capo Raffaele Cantone sulla morte del diciannovenne. Finora le indagini hanno accertato che lo studente lancianese è stato stroncato da un mix di ansiolitici e ossicodone, farmaci ingeriti in diretta su una chat di Telegram a cui hanno partecipato diversi utenti. 

Per la morte di Andrea, il diciottenne romano Emiliano Volpe due mesi fa è finito agli arresti domiciliari con l'accusa di istigazione al suicidio, per aver incitato e aiutato lo studente lancianese a portare a termine il suo intento suicidario, e un altro diciottenne, I.R., di Afragola (Napoli), è stato indagato per cessione di sostanze stupefacenti per aver venduto a Prospero le pasticche di ossicodone usate per togliersi la vita nel B&b di via Del Prospetto, nel centro di Perugia.

«I genitori sono venuti a trovare Anna (la sorella gemella di Andrea, iscritta anch'ella all'università della città umbra, ndc) e a fare il punto con noi», spiega l'avvocato Mangano, «abbiamo chiesto di incontrare il sostituto Greco, che ha da poco preso in mano il fascicolo dell'inchiesta. Ci ha confermato che sono in attesa dell'ultima informativa della polizia postale sui telefoni cellulari del ragazzo di Roma, i cui contenuti finora avrebbero confermato la tesi della Procura, ovvero la condotta istigatoria determinante per la morte di Andrea. Dopodiché le indagini verranno chiuse. Nell'occasione», aggiunge Mangano, «la famiglia Prospero ha espresso una serie di perplessità e chiesto di approfondire alcune circostanze, ricevendo dal pm massima attenzione e disponibilità».

I dubbi di papà Michele e mamma Teresa riguardano, in particolare, gli ultimi istanti di vita del figlio. «Siamo certi che, al di là della chat di Telegram, non ci fosse nessuno con Andrea?», si chiede il legale, «I dubbi derivano dal fatto che il diciannovenne aveva l'abitudine di chiudere la porta a chiave, invece quella del B&b di via Del Prospetto era aperta, con la sola chiave infilata nella toppa. Inoltre, non sappiamo ancora chi di fatto ha pagato l'affitto, chi ha inviato le sim, chi gli ha procurato la ricetta falsa per l'acquisto dell'ansiolitico». Nel B&b preso in affitto sono stati trovati 5 cellulari, 46 sim-card e una carta di credito intestata a una terza persona. Gli avvocati della famiglia Prospero hanno, inoltre, rinnovato la richiesta di restituzione e dissequestro sia dei cellulari e del computer sia degli effetti personali di Andrea, ad esempio lo zaino, ancora nelle disponibilità della Procura.