Muore per una garza nell'addome

Operato nel 2008 in urologia, è stato stroncato da un'infezione

LANCIANO. È morto a Catanzaro, stroncato da un'infezione lo scorso 20 aprile. A ucciderlo è stata una garza lasciata nell'addome dopo un'operazione chirurgica. Le indagini hanno portato i carabinieri nel reparto di urologia del Renzetti.

Ieri i militari hanno sequestrato la cartella clinica dell'uomo ucciso dalla garza: Vincenzo Papaleo, 72 anni di Soverato, in Calabria. L'uomo venne operato nel 2008 a Lanciano per una patologia alla prostata. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro, Gerardo Dominijanni, ha disposto l'acquisizione della documentazione dell'intervento realizzato nel reparto di urologia diretto dal primario Carlo Manieri. L'obiettivo è stabilire se la garza sia stata dimenticata o meno dai medici lancianesi.

L'anziano è morto nel policlinico di Germaneto, a Catanzaro, il mese scorso. Qui è stato portato in condizioni disperate a causa di una peritonite. Da prima i familiari lo avevano portato nell'ospedale di Soverato, ma poi fu trasferito nel presidio del capoluogo calabrese. Ma anche qui i medici hanno potuto fare ben poco per salvargli la vita. Tuttavia, perplessi sulle cause del decesso, hanno chiesto di sottoporlo ad autopsia. E l'esame ha riservato un'amara sorpresa: l'uomo aveva nell'addome un pezzo di garza.

Il referto dell'esame è stato trasmesso alla procura dove è stato aperto un fascicolo contro ignoti e affidato le indagini ai carabinieri. L'ipotesi investigativa è che, al termine di un intervento chirurgico, qualcuno abbia ricucito l'addome di Papaleo dimenticando la garza all'interno. Un errore che è costato all'anziano la vita: la benda, nonostante fosse nel corpo dell'anziano da anni, avrebbe causato un'infezione che, a sua volta, avrebbe provocato la peritonite.

Gli investigatori hanno ricostruito la storia clinica di Papaleo e ieri si sono presentati nel reparto di urologia del Renzetti.

L'ospedale frentano non è però l'unico in cui l'uomo è stato sottoposto a un intervento chirurgico negli ultimi anni. Altre cartelle sono state acquisite in ospedali delle Marche e della Lombardia.  Dai riscontri i periti dovranno stabilire la compatibilità della posizione della garza con gli interventi eseguiti e accertare dunque eventuali responsabilità dei medici.

Qualora le verifiche confermassero che la causa della morte è correlabile alla presenza della garza nell'addome, e una volta accertato in quale ospedale è stato commesso l'errore, le indagini passerebbero per competenza alla Procura territoriale della località in cui ha sede la struttura sanitaria coinvolta.

Al momento l'ipotesi di reato formulata dalla Procura catanzarese è quella di omicidio colposo. Si procede contro ignoti e, per questo motivo, non ci sono ancora avvisi di garanzia. Solo dubbi su una morte assurda.

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